Uscita didattica a Trieste: “Il mondo che sarà” e a zonzo dialogando con le statue di alcuni autori

Pubblichiamo un articolo del viaggio di istruzione di una scuola di Pordenone

Lunedí 27 marzo, alle ore 7.30 noi classe 1 A e B IOT (Internet of things), 1 MAKER (artigianato industriale) e 4 MAKER (artigianato industriale) siamo partiti da viale Grigoletti, la nostra sede dell’istituto IAL (Istituto addestramento lavoratori) di Pordenone e ci siamo recati a Trieste, presso il Molo Vecchio perché invitati alla prolusione “Il mondo che sarà”. Il viaggio è durato circa 90 minuti e dopo aver fatto una piccola colazione offerta da Confindustria, ente organizzatore dell’evento, il presidente di Confindustria Alto Adriatico, Michelangelo Agrusti ha asserito “che ridare speranza alle nuove generazioni è la nostra priorità”. La conferenza è stata caratterizzata da tre pannelli, “Trieste è industria” focus sul territorio; in cui è emerso come la città di Trieste abbia con diritto conquistato l’essere capoluogo naturale della regione per i suoi grandi centri di ricerca che serviranno a riempire di competenze il nuovo manifatturiero industriale della regione. Il mondo che verrà è molto arduo e sarà cruciale la sfida della tecnologia che possediamo che sono le nostre carte vincenti. Per realizzare ciò serve un’alleanza tra politiche, scuole e lavoro, che è vincente. La parte più interessante è stata la disquisizione tra il fisico anglo iracheno J. Al-Khalil presentandoci spesso in classe della nostra professoressa Leoni di fisica e Monsignor Fisichella. La conversazione moderata dal giornalista Stefano Zanchini essenzialmente ci ha fatto capire come scienza e fede non siano in contrapposizione. Ricordando il pensatore Comte sappiamo che la conoscenza umana attraverserebbe tre fasi successive: teologica o fittizia, metafisica e positiva. La fede religiosa apparterrebbe ad un periodo in cui si negavano le cause soprannaturali e come tale sarebbe incompatibile con la fase scientifica in cui viviamo. Scienza e fede comunque non sono incompatibili, giacché costruire il futuro significa avere sentimenti che una macchina non possiede, nutrire speranza inesistente per un’intelligenza artificiale ma è altrettanto vero che il futuro si lega ad un linguaggio concreto, ordinato ed oggettivo.

Alle ore 13.30, terminati i lavori assieme alla coordinatrice professoressa Isola e agli accompagnatori professori Leporati, Bortolani, Vatri, Zanini, Neri e Lodes alcuni di noi sono andati al buffet del pranzo offerto da Confindustria, un gruppetto di noi col prof. Lodes ha pranzato in un angoletto quasi come i filosofi cinici, per terra e senza tanti lussi. Alle ore 14.00 il nostro pullman ci ha condotti in piazza Unità, dove guidati dal nostro docente di italiano abbiamo visitato i luoghi letterari che presentano le statue degli autori: Gabriele D’Annunzio, Umberto Saba e James Joyce. In piazza della Borsa siamo stati accolti da Gabriele D’annunzio, la cui effige presenta il poeta vate, come letterato, legato a Trieste, perché rappresenta il corifeo dell’irredentismo del quale il capoluogo Giuliano ne è la città simbolo. Giungendo in via San Nicolò ci siamo fermati davanti alla Libreria Antiquaria Saba e all’incrocio con la via Dante, davanti alla Coin, abbiamo osservato la statua bronzea dell’autore di Tergeste, Umberto Saba che si avvia verso la sua libreria. “Avevo una città bella tra i monti rocciosi e il mare luminoso” è la targa ai piedi della statua che riporta il verso della poesia “Avevo” del 1944. Camminando siamo giunti alla chiesa di Sant’Antonio Taumaturgo , principale edificio religioso del Borgo Teresiano, del centro di Trieste, al cui interno è custodito un dipinto del nostro pittore pordenonese Michelangelo Grigoletti. Giungendo in Piazza Ponterosso siamo stati accolti dalla statua dello scrittore irlandese James Joyce che arrivò a Trieste nel 1904 assieme alla sua compagna Nora ed insegnò inglese alla Berlitz School di Trieste. Nel 1907 lo scrittore dell’Ulisse, conobbe Ettore Schmitz e ne divenne non solo suo docente, ma anche amico e lo farà conoscere nel panorama letterario europeo. Dopo una pausa ai vespasiani e caffè per qualcuno, abbiamo raggiunto piazza Unità d’Italia, dove il nostro autobus ci ha imbarcato e fatto rientrare a Portus Naonis come da programma per le ore 17:00. Ringraziamo lo Ial, tutti i nostri professori e speriamo di poter ripetere l’esperienza per visionare Trieste e i suoi siti archeologici, museo epigrafico latino, cenotafio di Winckelmann ed altri siti che rendono Trieste non solo il capoluogo del Friuli Venezia Giulia, bensì città perla e diamante della Penisola italiana.

(IAl di Pordenone)

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2023-04-01

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