DAL TAGLIO DEI PARLAMENTARI AL TAGLIO DEGLI EMOLUMENTI

Il dibattito sul tappeto è come indebitarci verso l’Europa per risolvere la crisi economica dovuta al CoViD-19. Alcune proposte democratiche dal basso.

Perché alcuni paesi europei non vedono di buon occhio far credito all’Italia? Perché le risorse sarebbero distribuite a un concorrente diretto cioè al Nord Italia, alla Padania, che è già ai livelli della Baviera, dell’Austria, del BeNeLux (Belgio, Olanda e Lussemburgo). Se le risorse fossero distribuite alle regioni del Mezzogiorno, andrebbero nella giusta direzione e l’Europa non si opporrebbe. Purtroppo sanno benissimo come vengono gestite da 150 anni. Poi lo vediamo.

Un’amica mi ha segnalato un video che gira in rete di una proposta di una lettera aperta a Giuseppe Conte su dove trovare i soldi per finanziare la fase 2. Il video è interessante. Non so se i conti siano giusti, ma il signore che si rivolge al premier, chiede che si utilizzino per la fase 2, parte degli emolumenti delle più alte cariche dello Stato: senatori, deputati, ministri, sottosegretari, commissari. Oltre mille persone che potrebbero rinunciare a una parte dello stipendio per uno o più mesi per dare l’esempio ai cittadini e far vedere che sono i primi a fare i sacrifici. Un altro buon numero di persone che potrebbero fare sacrifici senza grossi problemi sarebbero i consiglieri regionali e i manager e consiglieri di amministrazione delle aziende pubbliche. L’amica individua anche altre categorie “miracolate” economicamente come quelle dei calciatori e dei manager delle grosse aziende private.

Sempre con la scusa dei risparmi, il 29 marzo avremmo dovuto votare un referendum costituzionale sul taglio dei parlamentari, appuntamento con le urne rinviato in autunno per il CoViD-19 (e meno male, dal momento che i francesi hanno votato per il primo turno delle amministrative e hanno rinviato il secondo turno dopo che una parte dei componenti dei seggi si è ammalata di coronavirus).

La legge per il taglio dei parlamentari era un cavallo di battaglia del M5S “per ridurre gli sprechi”, appoggiata dalla Lega (poi vediamo perché), condivisa da Fratelli d’Italia (la destra è sempre stata per il culto del capo, del resto nel ventennio comandava uno solo). Il referendum è stato proposto da parlamentari di quasi tutti i partiti, dai partiti più piccoli e da Forza Italia.

Il taglio voluto dalla norma sarebbe consistente in termini di numeri ma economicamente si risparmierebbe una cifra esigua. Questo ai cittadini non è stato detto con chiarezza e la gran parte sono per confermare il taglio dei parlamentari, anche perché meno costa la classe politica e più siamo un po’ tutti contenti.

Quello che però verrebbe a mancare sarebbe la rappresentanza democratica territoriale.

Infatti, se anche dimezzassimo il numero dei parlamentari lombardi, quella regione sarebbe comunque ben rappresentata dal punto di vista della superficie. Se invece lo applicassimo alle regioni demograficamente più deboli, queste sarebbero sottorappresentate: sparirebbero politicamente Valle d’Aosta, Molise o intere porzioni di regioni come l’Ogliastra in Sardegna e così via.

Il gioco è sempre lo stesso. I politici dei partiti più grossi e del Nord in particolare, vogliono comandare il più possibile. Oggi i segretari di partito decidono i capilista indicando, di fatto, i due terzi degli eletti. Se la legge venisse confermata dal referendum, li deciderebbero tutti. Alla faccia della democrazia.

Queste leggi liberticide (altro che i DPCM di Conte), fanno il paio con altri tentativi di portare le decisioni politiche e quindi di drenare i soldi verso il Nord.

Ci hanno provato con l’autonomia differenziata e i LEP (livelli di prestazioni essenziali) link 1 e vi invito a vedere anche il video di quello che dice Pino Aprile in questo intervento

Sempre il grande giornalista e scrittore, in veste di presidente del “Movimento 24 Agosto”, interviene in un convegno in Senato sulla legge quadro per le autonomie differenziate sostenendo quanto potete vedere qui:

Pino Aprile usa parole pesanti per sostenere cose che soprattutto al Sud pensano in molti. Ad esempio che la truffa della spesa storica, comporta che tutti i cittadini sono uguali ma alcuni sono più uguali degli altri, perché al Nord finirebbero fino al 90% delle entrate e lo Stato dovrebbe pensare a tutto il resto col solo 10% delle risorse. Per Pino Aprile, recentemente ospite di A.R.K.A. Eventi Culturali e LaTestata.it in videoconferenza al 15° Festival Letterario & Solidale San Bartolomeo, “la politica al Nord è geografia, al Sud è ideologia: il Nord è compatto da destra a sinistra per i suoi interessi (decidendo i capilista settentrionali al Sud e mandando commissari leghisti nelle regioni del Mezzogiorno che hanno votato Lega), il Sud si divide ideologicamente e fa il gioco del Nord”.

Ecco perché l’Autore di “Terroni. Tutto quello che è stato fatto perché gli italiani del Sud diventassero Meridionali” parla, in un altro intervento che potete vedere qui Video 4, di “intransigenza nel pretendere diritti uguali a quella degli altri”. L’alternativa sarebbe fare al Nord quello che il Nord ha fatto al Sud dall’Unità d’Italia ad oggi e cioè destinare quasi tutte le risorse al Sud per i prossimi 150 anni.

Una proposta per una legge d’iniziativa popolare (dal basso) o da far proporre ai parlamentari o ai partiti che salverebbe la rappresentanza territoriale e diminuirebbe i costi della politica, sarebbe quella di regionalizzare il Senato rendendolo veramente federale. Così come negli USA tutti gli stati hanno solo due senatori (quelli grandi come California, New York, Texas e quelli piccoli come Deleware, Connecticut, New Jersey), così in Italia, il Senato dovrebbe avere solo cinque senatori per ogni regione dalla Val d’Aosta alla Lombardia, dalla Sardegna al Molise, dalla Sicilia alla Campania. La Camera potrebbe mantenere i 630 deputati o ridurli a 500 ma sempre in rapporto alla popolazione. Ci sarebbe un taglio di 345 parlamentari senza danneggiare la rappresentanza ma il risparmio sarebbe garantito non solo dal taglio dei rappresentanti e dalla riforma del Senato ma anche dal necessario taglio degli emolumenti: gli appannaggi dei deputati e senatori (tra i più ricchi al mondo) potrebbero essere ridotti a un quarto.

Ho posto la questione ai miei ultimi intervistati Pino Aprile e Francesco Casula e mi son sembrati d’accordo. Pensateci sopra anche voi ma fate in fretta.

 

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2020-04-29

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