STOP AGLI IMPIANTI FER IN SARDEGNA

In questi ultimi mesi riemerge l’intenzione di realizzare impianti di produzione con l’uso di #energie rinnovabili. In Sardegna è già scontro da parte degli ambientalisti e agricoltori. I rappresentanti di Nostra Sardegna, Cia regionale, Cobas di Cagliari e Usb Sardegna sostengono che gli impianti previsti per il territorio agricolo sardo siano di gran lunga superiori a ciò che è stato già installato e non andrebbero di certo a giovare l’ambiente e la salute Sarda. Il progetto prevede l’installazione di 8 #impianti eolici e 53 #impianti fotovoltaici, per un totale di circa 5.000 ettari di superficie occupata, di cui intorno ai 3.000 ettari di suolo agricolo, e 2.240 MW di potenza complessiva. Questi stessi rappresentati sono stati protagonisti del dibattito centrato sulle necessità di utilizzare tecnologie energetiche a basso impatto ambientale e salutare. All’ incontro “Strategie energetiche per la Sardegna” organizzato da COBAS Cagliari, Italia Nostra e USB Sardegna prese parte la Sottosegretaria per lo sviluppo economico Alessandra Todde, la quale ha delineato la situazione delle fonti rinnovabili in Sardegna e i progetti che il Governo sta pianificando. Sono state proposte diverse iniziative tra cui la dorsale metano la quale secondo RSE non è una opportunità economica per la regione e il progetto DL semplificazione che è stato approvato dal Governo, che prevede un collegamento della Sardegna con il Continente attraverso un servizio di piccole barche che riforniranno 5 depositi costieri, muniti di gassificatori, dai quali il metano potrà essere inserito nella rete di distribuzione dei 38 bacini di utenza. Ma uno dei più grandi problemi è l’eccessiva presenza di centrali di produzione fossile che impedisce lo sfruttamento delle fonti rinnovabili installate e provoca una sovraproduzione di energia. Questo aspetto è stato toccato nell’intervista durante la quale è stato chiesto alla Sottosegretaria:

•<<Appurata la concomitanza di diverse fonti rinnovabili nella nostra isola, quali sono i motivi per cui non vengono sfruttate rendendoci così dipendenti da altre nazioni?>>

Lei ha risposto che ad oggi la rete sarda necessita di una revisione e affinché l’isola possa sfruttare al massimo le sue fonti deve innanzitutto possedere una rete solida. Affinché la rete risponda adeguatamente allo sviluppo delle rinnovabili, deve essere modificata cosi da essere proporzionale alla produzione di rete che viene distribuita. Si prospetta un futuro migliore in seguito all’approvazione della legge n.8 varata nel 2020, con la quale si da l’avvio all’installazione di “comunità energetiche” permettendo la produzione rinnovabile e l’autoconsumo energetico nelle comunità fino a 200 kw di potenza, ma non solo, affinché si risolvano i problemi ambientali e paesaggistici il Governo ha approvato il Decreto DL SEMPLIFICAZIONE con il quale vige la regola che per la costruzione di opere relative all’uso dell’energia “si deve tenere conto delle caratteristiche del territorio, sociali, industriali, urbanistiche, paesaggistiche e morfologiche (e delle aree sia a terra che a mare caratterizzate dalla presenza di siti di interesse nazionale da bonificare ovvero limitrofe) con particolare riferimento all'assetto idrogeologico e alle vigenti pianificazioni” per evitare di incorrere nella realizzazione di opere dannose per l’ambiente, il territorio e per l’economia e la saluta dei cittadini.

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2020-11-08

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