Libertà va cercando

Un’ opera d’arte spunta sulle mura del Bastione di Santa Croce e subito è polemica sui social e dibattito nei salotti dell’arte cittadini. Ma come mai tanto scalpore nella intorpidita scena artistica cagliaritana?
L’opera, realizzata da Bruno Meloni, è un intervento non autorizzato di public-art, una pesante scultura metallica ancorata alle mura del bastione, dal titolo “libertà va cercando…”.

Nessuno, forse nemmeno lo stesso artista, avrebbe pensato di creare tanto chiasso attorno ad una sua opera, tanto più che non si tratta della prima realizzata per le vie della città. Ma nel caso specifico a parlarne sono stati e sono ancora in tanti. Perché?

Quando nel 1889 veniva inaugurata la Tour Eiffel, in molti, fra cui anche il famosissimo scrittore Guy De Maupassant, si dichiararono scettici su quell’ enorme “asparago di ferro” che deturpava la loro romanticissima città: sembrava un gigantesco faro trascinato sulla terra ferma, si diceva, ed in effetti lo era! La Tour Eiffel si accingeva per davvero a diventare un “faro di cultura”, un simbolo che oggi tutti conoscono ed invidiano alla Ville Lumiere. Ma ovviamente, a quei tempi, nessuno poteva immaginarlo.

Con le dovute proporzioni, vorrei prendere come esempio questa storiella (forse anche per le affinità “metalliche” fra le due opere) per ridiscutere alcuni commenti riguardanti l’opera.

Sul profilo social di Cagliari Capitale si legge: “Passeggiando tra le vie di Castello abbiamo notato questa specie di scultura agganciata alla balaustra del Bastione Santa Croce. Che ne pensate? A noi di CC non piace, speriamo che sia solo temporanea”.

Sacrosanto il dibattito proposto e sacrosanto il giudizio di gusto espresso, un po’ meno l’apostrofare l’opera come una “specie di scultura” e lo sperare che sia “solo temporanea”. L’opera deturpa il paesaggio, deturpa la città, esattamente come faceva la Tour Eiffel a Parigi nel 1889.

Su questa linea si è espresso anche Salvatore Deidda di Fratelli d’Italia, dichiarando: «Non è una questione artistica, non conosco il significato di questa creazione. Da sempre l’arte divide i più, tra quelli che ritengono un’opera bella o brutta. Ma su questa scultura sentiamo la necessità di appellarci al buon senso di tutti, ritenendo che questo sia un caso di pessimo gusto. Chiediamo che questa presunta opera d’arte sia rimossa. Purtroppo i bastioni sono stati teatro di tanti e troppi suicidi e questa rappresentazione artistica è oggettivamente di cattivo gusto e fuori luogo. Non sappiamo chi possa aver autorizzato questa installazione su quello che è un monumento storico, in uno dei punti più panoramici e belli della città ma con forza ribadiamo l’appello a rimuoverla nel più breve tempo possibile. Chi ha il potere, si muova».

Opera bella, opera brutta o solamente opera? Il problema dell’arte è che i più non riescono a scindere il giudizio estetico (spesso frutto di un parere personale) dal significato e dalla qualità di un’opera. Bello e brutto non devono mai interferire nella valutazione di qualsivoglia opera, si finirebbe per sottoporre il giudizio alla soggettività del giudice!

Fa sorridere pensare che mentre questa scultura di ferro deturpa il paesaggio cagliaritano, chilometri di “pedane” rendono il Lago D’Iseo teatro del maestoso intervento di Christo. Certo, Christo non è Bruno Meloni, ma siamo davvero così convinti che sia solo questo il problema?

Il problema, per come la vediamo noi, è che a Cagliari (come ha dichiarato lo stesso artista), mancano spazi nei quali gli artisti possono esprimersi liberamente; manca una vera attitudine al cambiamento e si è subito pronti a scagliarsi contro un’opera d’arte ma non contro tutto lo scempio che c’è intorno. La città è sporca e disordinata, ma quella “specie di scultura” va rimossa, questo è l’importante. Ciò perché dobbiamo salvare il panoramicissimo Bastione, che rimossa la scultura tornerà nel dimenticatoio.

Ora, il mio scopo non è difendere a spada tratta la scultura, ciascuno può avere il proprio parere a riguardo, ma difendere la legittimità di un intervento artistico e del dialogo che questo comporta: sono convinto che quella sagoma di ferro possa veramente portare un gran senso di libertà.

Istiga al suicidio ed è di cattivo gusto per i tanti morti gettatisi dal bastione? O forse è un “monumento” a quelle persone, capace di ricordarci che la nostra società ha bisogno di rinascere, anche con l’arte, per evitare che simili tragedie ricapitino?

E’ orribile e deturpa il paesaggio o ha finalmente riportato l’attenzione sulle meraviglie della nostra terra, dandoci a sperare che non vengano nuovamente dimenticate?

E’ un uomo che si lancia dal bastione o che cerca di volare? Dipende solo dal punto di vista da cui la si guarda. Una libertà assoluta.

L’obbiettivo dell’artista di “smuovere le coscienze” (che poi è l’obbiettivo di tutta l’arte, veicolante messaggi), è riuscito. Ora che venga tolta o meno non importa, ma ci auguriamo che la prossima volta si apprezzi la scossa generata da certe questioni, si cerchi il dialogo e non lo scontro! Ancora una volta l’arte ci fa riflettere e guai se non fosse più così.

Autore

2016-06-19

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