SALDI: odi et amo

Avete presente quel periodo dell’anno che tutti aspettiamo e che puntualmente ci fa diventare matti? No, non il Natale. Peggio: i saldi. Esiste una parte dell’universo femminile la cui estate gira intorno a un numero. Una data tra i primi di luglio durante la quale una categoria ben precisa di donne sembra perdere la testa. Quella splendida categoria di maniache dello shopping compulsivo (maniache in senso buono, s’intende). Nei giorni che precedono è bene stare lontane da ogni negozio e tentazione: sarebbe inutile comprare a prezzo pieno ciò che potrebbe essere nostro al 50% di sconto, no? Per fortuna ci viene in aiuto lo shop online. Stare lontane dai negozi non significa non poter sbirciare le proposte del mercato. E quindi armate di smartphone ci facciamo un giro virtuale sui migliori siti, alla ricerca di capi imperdibili. Scorriamo le pagine, adocchiando i pezzi migliori e pensando a quanto starebbero bene appesi nel nostro armadio. Intanto si insinua l’ansia, o meglio dire il terrore di non riuscire a trovare i capi scelti o, peggio, la nostra taglia. E ogni volta come per magia le taglie più piccole finiscono per prime. Io le chiamo taglie-miraggio: durano così poco che vien da chiedersi se ci siano mai state o se sia stato solo un sogno. Per le povere donne mignon (di cui io faccio parte) la pressione è alle stelle! Ma quando arriva il giorno tempo 3, 2, 1 e ti addentri in quello che invece di un negozio sembra il carnevale di Rio. Appena superata l’entrata incroci lo sguardo del povero commesso di turno che ti guarda come a dire ma non se ne poteva stare a casa? Ma tu avanzi e mentre mantieni la calma studi ogni angolo del negozio per capire da dove iniziare. Succede come nei peggiori film horror: entrate in gruppo e poi vi separate. Questi momenti richiedono concentrazione, tempo e nervi saldi. Scorri i capi sulle grucce alla velocità della luce e solo quando il tuo braccio assomiglia a un pesante appendiabiti corri ai camerini. E quel capo adocchiato giorni prima? Rimpiazzato senza tanti problemi. Quindi provi, esci dal camerino e felice come una Pasqua cammini in direzione della cassa come se avessi i paraocchi. A questo punto l’ansia è scomparsa: hai tutto ciò che cercavi, o quasi. E vogliamo parlare della sensazione che si prova quando il pagamento va a buon fine? Impagabile. Ma mai come quella che provi quando capisci che hai preso proprio i capi che non erano in saldo. 

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2016-07-15

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