Female Filmmakers Festival Berlin: il cinema al femminile

La Testata ha avuto il piacere di incontrare Lara Celenza, regista, sceneggiatrice e fondatrice della casa di produzione Kalifilm Productions. Attualmente si sta dedicando alla realizzazione di Lost in the city, il suo primo lungometraggio, che racconta di un senzatetto che cerca di sopravvivere tra le strade di Berlino. Prossimamente comincerà la realizzazione di The dope show, un lungometraggio realizzato tra Messico, Stati Uniti, Inghilterra e Sardegna, in collaborazione con la casa di produzione sarda Pentamedia Management srl. Protagonista del film sarà un cantautore che intraprende un viaggio alla ricerca di una ragazza che gli ha spezzato il cuore.

Lara Celenza ci presenta il Female Filmmakers Festival Berlin, una rassegna cinematografica le cui protagoniste indiscusse sono le donne.

– A febbraio 2019 si terrà il Female Filmmakers Festival a Berlino. Come nasce l'idea di questa iniziativa?

L'idea nasce dalla Direttrice e Fondatrice del Festival, Natalie MacMahon – una talentuosa attrice, regista, sceneggiatrice e produttrice con la quale ho collaborato molto negli ultimi anni a Berlino. Frequentatrice abituale dei principali festival cinematografici europei, come ad esempio Cannes e la Berlinale, Natalie ha sentito l'esigenza di dedicare uno spazio alle donne e al cinema femminile nella nostra città.

– In cosa consiste il festival?

Female Filmmakers Festival Berlin è una rassegna cinematografica annuale della durata di cinque giorni che prevede sezioni competitive e non competitive. Selezioniamo cortometraggi e lungometraggi di qualsiasi genere, sia narrativi che documentaristici, e da poco abbiamo incluso anche la categoria dei videoclip musicali, genere che sta acquistando sempre più credibilità nei circuiti cinematografici. Per partecipare i film devono però essere conformi ad un requisito fondamentale, e cioè essere stati scritti, diretti o prodotti da donne, oppure con una donna di rilievo nel ruolo principale, o comunque anche se creati da uomini devono raccontare l'esperienza della donna nella società. Una volta soddisfatto questo criterio siamo aperte a film di qualsiasi stile, lingua e nazionalità.

– Come si sono svolte le precedenti edizioni e come è stato accolto?

Il festival è nuovo di zecca e pertanto il 2019 sarà la nostra edizione inaugurale. Finora la risposta del pubblico è stata entusiasta e abbiamo già ricevuto centinaia di iscrizioni da tutto il mondo. Per quanto riguarda la Sardegna, la mia presenza qui a Cagliari è stata accolta con così tanto calore e generosità che abbiamo deciso di creare una promozione speciale dedicata ai film sardi. È sufficiente recarsi sul sito https://filmfreeway.com/FemaleFilmmakersFilmFestivalBerlin e iscrivere il proprio lavoro nella categoria "Sardinian Films SPECIAL" entro fine giugno.

– Lei farà parte della giuria, quale sarà il suo compito? Come si sente al riguardo?

Il mio compito consiste essenzialmente nel compilare valutazioni dei film iscritti al festival secondo diversi criteri tecnici e artistici, come ad esempio la qualità della recitazione o dell'impostazione registica. Ci tengo a sottolineare che tutti i film presentati saranno visionati dalla giuria. In aggiunta a ciò, sto coadiuvando Natalie nell'organizzazione e nella promozione dell'iniziativa. Sarebbe bello organizzare un pre-evento anche qui in Sardegna. Far parte della giuria di un film festival è un'esperienza bellissima e anche estremamente formativa, perché mi permette non solo di scoprire gemme filmiche difficili da trovare nei circuiti mainstream, ma anche di comprendere a fondo come funziona la macchina dei festival "dall'altra parte", visto che solitamente vi partecipo in qualità di autrice.

– Secondo lei, le donne ancora vengono messe in secondo piano nel mondo del cinema?

Sicuramente esistono ancora pregiudizi e disparità salariali tra le figure maschili e quelle femminili, ma per fortuna i tempi cambiano e la campagna "me too" ha contribuito molto a sottolineare la necessità di creare un ambiente di lavoro più corretto e paritario. In aggiunta al sessismo in Italia purtroppo esiste ancora un problema enorme legato all'età: registe e produttrici come me vengono ancora viste come "giovani emergenti" quando in verità siamo professioniste veterane investite di cariche di grande responsabilità.

– Ha delle figure professionali femminili di riferimento che lavorano nel cinema?

Potrei menzionare diverse registe famose che apprezzo, come ad esempio Floria Sigismondi, che ha origini abruzzesi come me. Ma preferisco porre l'accento su due persone che fanno parte della mia quotidianità: Natalie MacMahon, della quale ho già parlato prima, e Angelica La Sala, Produttrice e Fondatrice di Pentamedia Management srl con sede proprio qui a Cagliari. Angelica è una donna speciale, determinata e coraggiosa, dotata di un senso dell'umorismo eccezionale, e ha reso la mia prima visita in Sardegna un'esperienza indimenticabile. 

Autore

2018-04-25

Comments are closed, but trackbacks and pingbacks are open.