L´orientamento verso il tempo

Secondo lo storico russo, A.Y.Gourevitch è diventato possibile stabilire una distinzione il più possibile netta tra il passato, il presente e l’avvenire solo a partire dal momento in cui la percezione lineare del tempo non diventa dominante nella coscienza sociale e per Antonio Del Balzo, bisognerà aspettare la nascita delle città per assistere al cambiamento della concezione prevalente del tempo. L’orologio meccanico segna, infatti, un fatto rivoluzionario che permette, per la prima volta, di uniformare la lunghezza delle ore. Inoltre dissocia gli eventi umani dai ritmi naturali, consentendo il passaggio dal tempo concreto e qualitativo ad un tempo astratto e quantitativo, misurabile, scomponibile, lineare ed omogeneo. Il cittadino comincia a percepirsi come il creatore del proprio mondo, distinto dal mondo naturale. Si assiste così al consolidamento della concezione lineare del tempo, che va dal passato al futuro passando per il presente, in cui le distinzioni tra queste tre categorie diventano nette, irreversibili. Secondo Zaki Laidi, bisognerà però attendere il Rinascimento affinché il futuro acquisisca progressivamente un contenuto umano col suo mettere al centro dell’universo l’uomo, unico responsabile delle proprie azioni, con un modo tutto nuovo di porsi rispetto allo spazio e al tempo. Con l’impossibilità dell’uomo di scappare dalla storia, inserito completamente nel suo divenire storico, il tempo si trova ad essere storicizzato, valorizzato e, soprattutto, orientato verso il futuro. Ma è solo con la nascita del Secolo dei Lumi che cambia il modo di vedere la storia. Perciò si assiste al pensare il presente nei confronti di un passato continuamente rivalutato dal progresso della conoscenza e del sapere e, allo stesso tempo, pensare il futuro al di là del presente, proiettando su di esso un certo numero di attese. Il sociologo francese Laidi parla di ‘eterocronia’, che significa una legittimazione del presente fatta da avvenimenti che ancora non sono avvenuti; da qui l’importanza assunta dal futuro, come tempo di riferimento, per conferire senso alla quotidianità del reale che è l’esatta inversione della concezione mitica dei popoli arcaici. Alla visione ottimistica e proiettata nel futuro dell’Illuminismo con la fede nel progresso e la forte fiducia nell’avvenire che garantiva la speranza di un miglioramento continuo della condizione umana, col tempo si è venuta a sostituire la visione spazializzata, il cosiddetto ‘presentismo’, cioè una valorizzazione del futuro e del passato ed una contemporanea valorizzazione del presente. E’ stato Jean-Francois Lyotard a tracciare le caratteristiche che dominano il presentismo quali, la società dei flussi e delle reti e il cosiddetto ‘tempo reale’, internet, l’e-mail, cioè immediatezza e istantaneità. In riferimento a questo, Jean Chesneaux mette in evidenza una serie di fenomeni come il fast food che mortifica la lentezza necessaria della cucina tradizionale, i libri che sono programmati, data l’acidificazione della carta, a non durare che per un breve lasso di tempo, gli orologi digitali che hanno abolito le lancette che, in qualche modo, iscrivevano nel quadrante il tempo passato e quello a venire, il lavoro sempre più precario, la comunicazione che è diventata celebrazione dell’immediato e così via.

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2021-08-09

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