Yin e yang, concetti chiave del pensiero cinese

In ogni tempo, in Cina, i concetti "ritmici" di yin e di yang hanno dominato la filosofia e l'intero pensiero; ogni cosa, ogni concetto è diviso tra lo yin e lo yang e rappresenta un dosaggio fluido e misterioso di queste due componenti. La tradizione, tuttavia, accorda alla natura femminile tutto ciò che è yin, e alla natura maschile tutto ciò che è yang. Inoltre, yin rappresenta ciò che è freddo, oscuro, umido e inerte, e yang quel che è caldo, chiaro, secco e in movimento.
Comparsa molto presto, alla metà del I millennio a.C., questa teoria deve molto agli astronomi, agli indovini e ai musicisti dell'antichità.
A partire dagli ultimi secoli, prima dell'inizio dell'era cristiana, la religione taoista, ma anche il sistema confuciano, hanno attinto i loro concetti fondamentali da nozioni d'origine contadina e dai comportamenti religiosi arcaici dei tempi protostorici, quando la società agricola si stava stabilendo. Questi concetti sono la nozione di tao e quella, doppia, di yin e di yang; nozioni che si mantennero vive nel corso di tutta
la storia del pensiero cinese. Il termine tao si traduce con "via", "principio primario", "ordine supremo" o "ordine universale"; è il flusso, il movimento che circola ovunque nell'universo e che fa alternare le due forze apparentemente opposte, ma complementari, lo yin e lo yang, la cui azione combinata, congiunta, muove l'universo in tutti i suoi aspetti: i sessi, le stagioni, il giorno e la notte, la vita e la morte, il pieno e il vuoto, il movimento e il riposo, il secco e l'umido, ecc. 
Nessuna di queste nozioni è indipendente ma sono tutte interdipendenti, poiché tutto è gioco d'alternanza, complementarietà, dualità; questa coniugazione infinita si opera nelle trame del Tempo e dello Spazio e li implica entrambi, ma con un'idea di avvicendamento, poiché nulla può sottrarsi alla legge universale.

Fondata sull'opposizione di due forze antitetiche, ma complementari, questa teoria si presenta come un'ipotesi scientifica, semplice e rudimentale, analoga alle teorie moderne del movimento ondulatorio. I cinesi fanno entrare qualsiasi loro classificazione dualistica in una specie di sinusoide, un movimento pendolare che va dallo yin allo yang, e poi al contrario.
Ma non c'è mai nulla di così netto; ogni cosa è composta in proporzioni ineguali, di yin e di yang e tutto si iscrive in leggi periodiche e pendolari. Invece di pensare con l'aiuto di concetti astratti, i cinesi preferiscono i simboli ricchi di affinità che si riferiscono al reale, all'ambiente concreto e alle realtà sociali. Questo principio non è mai variato col tempo.

Come si è detto, nel pensiero cinese lo yin e lo yang si generano reciprocamente in un movimento circolare, continuamente rinnovato e ricominciato. Quando lo yang è al suo minimo, si cambia in yin e viceversa, poiché lo yin racchiude elementi yang, e il contrario; da cui il famoso disegno schematico del taiji, il cerchio bicolore, diviso in due parti uguali, simmetricamente opposte per mezzo di una curva a forma di S, verticale. Allo stesso modo, ogni individuo porta in sé, più o meno accentuati, elementi del "sesso opposto". Così, qualsiasi dato di fatto è un equilibrio instabile e un principio non può mai esistere senza la sua controparte. Nella respirazione, l'inspirazione chiama l'espirazione; nel ciclo cardiaco, la sistole è seguita dalla diastole, poiché il microcosmo umano è a immagine del macrocosmo. E la malattia, dal punto di vista tradizionale, è soltanto una rottura o un'alterazione di quest'armonia universale.

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2020-12-21

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