La Pinacoteca di Cagliari questa sconosciuta

Qualche tempo fa, da studente di Beni Culturali, mi trovavo a Roma per un viaggio di piacere: ero interessato a trovare la Chiesa di Santa Maria della Vittoria per poter contemplare la famosissima opera di Gian Lorenzo Bernini nota col nome di “Estasi di Santa Teresa”, d’epoca barocca. Nonostante mi trovassi in via 20 Settembre, il mio scarso orientamento e la lunghezza della via non mi permettevano di trovare la chiesa, così, assetato dal desiderio di trovarla, decisi di fermare un passante di chiare origini romane per far sì che il “residente” mi desse informazioni per giungere alla mia meta. “Salve, sa dirmi dove posso trovare l’Estasi di Santa Teresa?” La risposta mi lasciò basito: “Non saprei, è un ristorante?”

Cito sempre questo aneddoto quando intendo parlare dei tesori nascosti che la nostra povera Italia, in ogni dove, custodisce. Ritengo sia un chiaro esempio di come, purtroppo, vari problemi che vanno dalla scarsa istruzione artistica alla mancata valorizzazione e promozione delle bellezze del nostro Paese, finiscano con il lasciare troppi capolavori ad “ammuffire” nell’ombra.

Tornando a noi, anche la nostra bella Cagliari soffre di questa grave malattia: quante volte mi è capitato di sentir dire “qua a Cagliari non c’è nulla di artistico da vedere”! Beata ignoranza (o forse mannaggia a lei)!

Cagliari custodisce un importante tesoro che non se la passa tanto bene, un tesoro che in pochi forse conoscono e del quale, anche fra i cagliaritani, si ignora l’esistenza: sto parlando della Pinacoteca nazionale.

Sita ad un passo dal frequentatissimo Museo Archeologico, è tuttavia investita da una luce assai più fioca rispetto a quest’ultimo. Forse perché la pubblicità fatta ai Giganti di Mont’e Prama non è assolutamente paragonabile alla poca promozione di cui gode la Pinacoteca; o forse perché i flussi croceristici “teleguidati” si dirigono altrove; o ancora perché i fondi son quelli che sono ed un anonimo operatore museale mi riferiva che “dobbiamo talvolta sostituire le lampadine a nostre spese”.

E pensare che all’interno di quell’involucro museale è custodita una delle principali (se non la principale) collezione di retabli (grandi pale d’altare dipinte, di influsso iberico) visitabile fuori dalla Spagna; e pensare che oltre a questi capolavori, costituisce un centro fondamentale per lo studio della pittura sarda nei secoli XIV, XV e XVI; e se non bastasse raccoglie anche testimonianze quali armi, ceramiche, tessuti, monili e tanto altro.

Costo di tutto questo, 4 euro, praticamente due birre o una partita di calcetto. Certo, c’è chi verrà a dire che un Antioco Mainas qualunque non è paragonabile a Michelangelo. Forse… ma se non avete mai visto una sua opera, come potete affermarlo? Il gusto va al di là della qualità tecnica e ogni parte della nostra Italia ha i suoi piccoli e grandi maestri. Vale la pena conoscere ed amare “il bello” specifico d’ogni luogo, a partire da quello di casa nostra, non credete?

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2016-04-25

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