Andy Warhol artista poliedrico (6 agosto 1928, Pittsburgh Stati Uniti
22 febbraio 1987, New York), è ufficialmente riconosciuto come il padre della pop art. Movimento artistico nato a metà degli anni ’50 in Inghilterra, ed in seguito sviluppatosi negli Stati Uniti d’America all’inizio degli anni ’60.
Questo movimento è espressione della società e dell’immaginario collettivo, ed è un’arte rivolta alla massa e non al singolo individuo.
L’ arte proposta il più delle volte rappresenta oggetti comuni e commerciabili da volantino del supermercato : cibi in scatola, lavatrici, frigoriferi, velivoli, auto.
I barattoli di zuppa Campbell sono, per la critica, forse l’opera più famosa di Andy Warhol e anche quella che probabilmente ha segnato la nascita della Pop Art, dando vita a uno dei movimenti artistici più diffusi e conosciuti negli Stati Uniti e nel mondo.

Premesso tutto ciò ed ammettendo che io non sono nessuno per affermare che Andy Warhol non sia il vero padre della Pop art posso però sicuramente suggerire spunti di riflessione e conoscenze diversi.
Se dovessero chiedere a me dove è nata la Pop Art non avrei dubbi: in Italia. Graficamente per mano di diversi autori, come Carlo Petrucci, (su cui le informazioni scarseggiano e poco si sa) e
poeticamente per mente e animo di F. T. MARINETTI il padre del Futurismo, l’avanguardia tutta italiana, che ha cambiato il mondo dell’arte e non solo.
L’immagine qui proposta esplicita questo mio pensiero.

“Scatole d’amore in conserva” è una raccolta di racconti di Filippo Tommaso Marinetti, pubblicata nel 1927 dalle “Edizioni d’arte Fauno” di Roma. Warhol non era ancora nato.
Carlo Petrucci ispirato dal titolo elaboro’ per il libro di Marinetti questa copertina. Mentre il più celebre Ivo Pannaggi curò le raffigurazioni interne del volume.
Il Futurista Fortunato Depero Anche ((Fondo, 30 marzo 1892 – Rovereto, 29 novembre 1960) è anche lui un padre della pop art? Ha progettato la bottiglia più nota nel 1932, quella del Campari, celebrata oggi con serigrafia comevuna vera e propria opera d’arte.


Depero è stato un pittore, scultore, designer, illustratore, scenografo e costumista italiano. Fu uno dei firmatari del manifesto dell’aeropittura e rappresentante del cosiddetto secondo futurismo.

Di Andy Warhol
Ci sono decine e decine di esempi che potrei citare sia per lavori grafici che per linguaggio puro futurista che Warhol ha semplicemente rielaborato adattando il tutto alla sua epoca.
Ma perché quindi il merito della creazione della Pop Art va a Andy Warhol?
Ecco, io penso che si è preferito attribuire all’americano la paternità dello stile e delle idee perché nel secondo dopoguerra, e per molti decenni, il Futurismo fu fatto diventare, erroneamente, il sinonimo per eccellenza di Fascismo, legato alla celebre frase “la guerra sola igiene del mondo” come proclamava il primo Manifesto. Quindi innominabile. Culturalmente gli fu messo un cordone sanitario invalicabile e, dal mio personale e umile punto di vista, fu facile depredare il genio artistico di altri e le intuizioni di idee grafiche e di stile oltre che di contenuto, senza trovare opposizione. Nemmeno da parte degli stessi futuristi ancora viventi e contemporanei di Warhol. Infatti parlavano di un artista che si ispirava a loro. Idem per gran parte della critica.
È come se, ancora oggi in alcuni ambienti, ci sia fastidio e imbarazzo nel ricondurre gran parte di ciò che viviamo come arte e cultura al Futurismo.
Pensiamo alla street art e al più noto Banksy cosa ha inventato? Nulla.
Il poeta futurista Aldo Palazzeschi forse troppo trascurato, in tempi non sospetti (1885/ 1974) diceva: “Il vero poeta moderno dovrebbe scrivere sui muri, per le vie, le proprie sensazioni e impressioni, fra l’indifferenza o l’attenzione dei passanti.“