La fantascienza un giorno sarà la nostra scienza?

Possiamo far risalire la nascita del cinema di fantascienza alle origini della storia del cinema. Il primo film fantascientifico risale infatti al 1902: Le voyage dans la Lune di Georges Méliès. Questa pellicola narra ironicamente il lancio nello spazio di una navicella a forma di proiettile sulla Luna, la quale ha le sembianze di un viso umano. In quegli anni poteva sembrare qualcosa di fantastico, ma poco meno di 70 anni più tardi Neil Amstrong mise piede sul suolo lunare, rendendo quella fantasia realtà.

Il progresso scientifico e tecnologico contemporaneo, nonostante porti una straordinaria innovazione, non colma le fantasie della mente umana. L'essenza del cinema permette di varcare le porte dell'impossibile, così l'uomo sbarca su Marte in The Martian e costruisce un satellite in orbita attorno a Saturno in Interstellar.

I temi intorno ai quali si sviluppa il genere fantascientifico riguardano innovazioni scientifiche e tecnologiche immaginarie che influenzano la vita dell'uomo e che mostrano le conseguenze di problemi attuali, come l'inquinamento o problemi che potrebbero sorgere in futuro, come il sovraffollamento o il rapporto tra uomo e macchina.

L'inquietudine nei confronti di ciò che è sconosciuto e dei limiti della nostra conoscenza fa sì che il genere si mescoli con altri generi, quali sopratutto l'horror e il thriller.

I toni di film come la saga di Alien e Life – Non oltrepassare il limite ne sono un esempio. Nel primo film della saga, Prometheus, l'uomo scopre di essere stato creato da una razza superiore, gli Ingegneri, e parte alla ricerca di risposte. Sbarcati sulla Luna del gigante gassoso Calpamos, ad attenderli è la morte: una razza aliena, che ha sterminato gli Ingegneri, contamina anche i membri dell'equipaggio. La ricerca dell'entità superiore e l'abbandono della Terra viene quasi vista come una punizione, la Terra è abitabile, non c'è motivo di abbandonarla.

In Life – non oltrepassare il limite, invece, un essere proveniente da Marte stermina l'equipaggio di una nave spaziale di ritorno verso la Terra, riuscendo a invaderla. In questo caso anche il pianeta viene contaminato dall'entità malvagia e la situazione degenera ulteriormente. La nostra casa non è più sicura.

Le tendenze del cinema fantascientifico, che ormai alzano lo sguardo verso lo spazio e verso ciò che riteniamo ignoto e sconosciuto, sono una trasposizione, a volte un'iperbole, delle nostre paure più profonde. Il pianeta Terra viene abbandonato a causa di disastri nucleari, inquinamento o sovraffollamento, la nostra casa non è più un posto sicuro e l'uomo si trova solo, perso. Allo stesso modo, la nostra casa diventa la meta di alieni che cercano di distruggere il genere umano, come ne La guerra dei mondi.

Il terrore nei confronti dell'estraneo porta l'immaginazione a varcare le porte della fantasia: raramente l'alieno è buono, come in E.T.– L'extraterrestre. La paranoia derivata dal terrore per la folla, dovuta probabilmente al terrorismo, porta l'uomo a guardarsi intorno a chiedersi chi è il suo vicino, ad avere paura. Nel cinema questo tratto paranoico è reso con la contaminazione del corpo umano, che rende un altro uomo un abominio, ne è un esempio Invasion.

Anche le invenzioni dell'uomo gli si rivoltano contro: la macchina, l'androide, il robot, si ribellano. È il caso di Prometheus, di Ex Machina, in cui il prodotto dell'uomo si rivela essere la sua rovina. Dal rapporto tra l'intelligenza artificiale e il suo creatore (quasi come tra l'uomo e Dio) è nato un vero e proprio filone fantascientifico che il cinema e la letteratura hanno approfondito. La domanda che ci si pone è: vince l'uomo o la macchina?

Gli studi compiuti ultimamente permettono di dare vita a una narrazione che corrisponde a una realtà possibile. In Interstellar ad esempio si cerca di fondere la meccanica quantistica alla gravità, utilizzando teorie accertate e mescolandole alle potenzialità narrative del cinema: il rapporto tra padre e figlia, il pianeta terra che diventa un luogo ostile ormai inabitabile e il viaggio alla ricerca di un pianeta da colonizzare. Le equazioni fisiche rispettano le ricerche e le scoperte contemporanee, ma non possono spiegare tutto. La dilatazione temporale gravitazionale è la teoria per cui la variazione di velocità del tempo cambia in funzione del potenziale gravitazionale, dunque il tempo scorre più lentamente in prossimità di un buco nero. Questa teoria dimostrata, è uno degli aspetti salienti del film: nel pianeta Miller, ad esempio un'ora equivale a 7 anni sulla Terra. Non possiamo sapere cosa accade dentro un buco nero, d'altronde l'uomo non ci è (ancora) mai entrato. Ma un giorno, forse, il buco nero di Interstellar sarà come la Luna di Méliès e Cooper sarà come il gruppo di astronomi che compie l'allunaggio in Le voyage dans la Lune.

Un giorno, forse l'uomo non avrà bisogno della fantascienza per mettere piede su Marte, fino a quel momento, però, il cinema ci permette di farlo.

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2018-03-11

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