Di CBD – o cannabidiolo – si parla tantissimo negli ultimi anni. In un periodo in cui il focus generale sui rimedi naturali è forte come mai prima, questo metabolita della cannabis attira l’attenzione della scienza, che approfondisce da tempo la risposta a diversi interrogativi importanti.
Uno di questi riguarda la capacità del CBD di migliorare la salute mentale. Si tratta di una domanda importante, la cui risposta ha un impatto sulla vita di tantissime persone. Il cannabidiolo, infatti, è un rimedio estremamente accessibile, che può essere incluso nella propria quotidianità in maniera rapida grazie al web.
Chi, giusto per fare un esempio in cui molti si possono riconoscere, progetta un viaggio in una città come Praga, molto popolare sia per i week end fuori porta, sia tra chi lavora nel digital, può comodamente acquistare estratti di CBD in Repubblica Ceca (questo vale anche per numerosi altri Paesi, avendo sempre cura di scegliere siti referenziati come Justbob).
Avere a disposizione CBD di qualità al bisogno anche quando, come nell’esempio appena citato, si è in viaggio può fare una grande differenza. Alla base di tutto, però, deve esserci la consapevolezza relativa alla sua effettiva influenza sulla salute mentale.
A questa domanda, chiamando in causa testimonianze scientifiche, stiamo per rispondere nelle prossime righe.
CBD per la salute mentale: cosa ha concluso fino ad ora al scienza?
Soprattutto negli ultimi tre decenni, la scienza si è concentrata tantissimo sugli effetti del CBD sulla salute mentale, effettuando in particolare studi su modelli animali.
Cosa è stato scoperto? Che, con differenze importanti dal punto di vista delle dosi, il CBD sarebbe in grado di contribuire alla riduzione di sintomi affini a quelli dell’ansia.
Non sono mancati anche i lavori scientifici che hanno coinvolto campioni umani. Tra questi, è possibile ricordarne uno risalente al 2011, che ha inquadrato le potenzialità del CBD nella riduzione dell’ansia nei contesti di training che precedevano discorsi in pubblico.
Lo studio in questione, condotto da esperti attivi presso diverse istituzioni scientifiche e accademiche brasiliane, tra cui l’Università di San Paolo, ha monitorato la situazione di 24 pazienti con fobia sociale e mai sottoposti a trattamento per questa criticità.
In un altro studio del 2003, invece, i partecipanti annoverati nel campione hanno riferito di avvertire sintomi ansiosi più blandi a seguito dell’assunzione di CBD (il confronto è stato fatto con un gruppo che, invece, aveva assunto placebo).
A livello mondiale, sono in corso tantissimi studi che stanno analizzando le potenzialità del cannabidiolo contro criticità di salute aventi un impatto non indifferente sulla sostenibilità dei regimi sanitari internazionali.
Per favorire il progresso scientifico, sono stati fatti diversi passi avanti dalle istituzioni. Per citarne uno tra i più importanti ricordiamo la decisione, presa dalla DEA (Drug Enforcement Administration), che nel 2015 ha modificato le sue linee guida normative relative al cannabidiolo in modo da agevolare il suo impiego da parte dei ricercatori.
Il caso della depressione
Il caso della depressione, vera e propria patologia a differenza dell’ansia, dimostra quanto ancora ci sia da scoprire dal punto di vista degli effetti del CBD sulla salute mentale.
Sull’impatto del cannabidiolo sulla depressione, infatti, gli studi su campioni umani sono meno rispetto a quelli che indagano gli effetti sull’ansia.
Le frontiere da percorrere sono a dir poco interessanti e per rendersene conto basta chiamare in causa uno studio del 2012, che ha indagato le potenzialità del CBD nella riduzione dei sintomi depressivi in pazienti con cancro e dolore cronico.
Con dubbi aperti relativi alla biodisponibilità e alle dosi necessarie per ottenere effetti soddisfacenti, il CBD è un rimedio naturale per il benessere con numerosi pregi – tra questi, rientra l’assenza di effetti psicoattivi – e che potrebbe dare tanto anche dal punto di vista della gestione della salute mentale, agendo, per esempio, come fattore di contrasto agli effetti del più celebre THC.