ENTITÀ OSCURE, ALLA SCOPERTA DELL’UNIVERSO

La Sardegna si appresta a ricevere un nuovo polo industriale. Basta che non ci facciano girare… gli elettroni.

Il nuovo secolo si è aperto all’insegna di sfide epocali per la fisica fondamentale. L’Universo è dominato da due entità oscure – materia e energia – che ne hanno plasmato la struttura e ne determinano l’espansione accelerata. Le leggi che governano queste entità sono oltre i confini dell’ignoto. Una serie di circostanze apparentemente casuali – e la trama di scelte programmatiche perseguite con determinazione – fanno sì che la Sardegna sia il crocevia del programma di scoperta del lato oscuro dell’Universo.

Se ne è parlato mercoledì 5 febbraio nella sala “Giorgio Pisano” dell’Unione Sarda, in piazza Unione Sarda, a Cagliari, in un incontro promosso dall’Ordine dei giornalisti della Sardegna dal titolo: “Entità oscure: la Sardegna protagonista del viaggio alla scoperta  dell’Universo”.

E’ importante che su questi temi si impegni l’informazione. Dovere dei giornalisti è anche quello di descrivere e raccontare il cammino del progresso scientifico che avviene sotto i nostri occhi, ma che non sempre ci viene comunicato nei termini più corretti e comprensibili. Anche perché o sei un fisico oppure ci capisci ben poco. Energia, materia, forza. Tante belle slide, quark U, quark D, quark E, bosone di Higgs ma per chi non è del campo, è tutto un giramento di… elettroni.

Con la guida del prof, Cristiano Galbiati, lo scienziato docente di Fisica a Princeton e di Astrofisica delle particelle al Gran Sasso Science Institute dell’Aquila, si è fatto il punto del progetto ARIA, nato nelle miniere abbandonate di Nuraxi Figus e Seruci, dalla ricerca di base, in particolare dalla fisica fondamentale, per rispondere a un’esigenza sperimentale: avere a disposizione grandi quantità di Argon, ricavato attualmente solo da pozzi di gas del Colorado, negli Stati Uniti, per la ricerca di materia oscura. Il gas, utilizzato per scopi industriali, nella fabbricazione dell’acciaio, nella saldatura e in altri processi metallurgici, nella produzione di parti elettroniche e automobilistiche, serve anche per la distillazione di altri isotopi sempre più impiegati in medicina, sia nella diagnostica avanzata sia nella terapia oncologica e anche nelle scienze ambientali e agricole.

Il progetto ha comportato la realizzazione di una torre di distillazione criogenica per la produzione di isotopi stabili di altissima purezza. Per le vecchie gallerie minerarie della Sardegna è nata così una nuova prospettiva di utilizzazione, che le proietta direttamente nel futuro.

All’incontro sono intervenuti Francesco Birocchi, presidente dell’Ordine dei giornalisti della Sardegna; Cristiano Galbiati, prof. di Fisica a Princeton e di Astrofisica delle particelle al Gran Sasso Science Institute dell’Aquila; Walter Bonivento, dirigente di ricerca dell’Istituto Nazionale di Fisica nucleare, responsabile Progetti ARIA e Urania; Alessandro Cardini, direttore della Sezione di Cagliari dell’Istituto Nazionale di Fisica nucleare.

A fine incontro, mi sono avvicinato ai relatori e ho chiesto loro quanto tempo resterà in funzione questa infrastruttura in costruzione e chi la smantellerà alla fine del processo produttivo e a spese di chi. Ci credereste? Non hanno saputo rispondermi. “Potrebbe essere utilizzata per 20 o 30 anni, fino a quando sarà conveniente produrre in quel modo” dice il primo, “per ora non ci interessiamo allo smontaggio” aggiunge il secondo “del resto potrebbe darsi che si scoprano dei modi per continuare a far lavorare l’impianto”.

Insomma, dopo la SARAS, Eurallumina, miniere, fanghi rossi, oro di Furtei, servitù militari, eolico speculativo, rifiuti tossici da stoccare, che sia la volta delle materie oscure? Occhio a non farci girare… gli elettroni, però.

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2025-02-06

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