Dal 2026, il 4 ottobre sarà ufficialmente una festa nazionale in Italia in onore di San Francesco d’Assisi, patrono d’Italia. Dopo decenni di assenza, il Parlamento ha votato definitivamente la legge che istituisce la festività.
L’iniziativa, partita dal gruppo parlamentare Noi Moderati su proposta del leader Maurizio Lupi, è stata accolta con favore sia dalla Commissione che dall’opposizione. Lupi ha sottolineato che la festa rappresenta «un richiamo ai valori di pace, coesione e spiritualità, che fanno parte dell’eredità francescana».
Il 4 ottobre era già stato riconosciuto come festa nazionale, ma venne abolito nel 1977, insieme ad altre festività civili, per razionalizzare il calendario lavorativo. La nuova legge reintroduce il giorno festivo, portando a 13 il numero complessivo delle festività nazionali in Italia.
La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha espresso pieno sostegno da parte del Governo, definendo la festa «un segnale dell’unità che si ritrova in politica attorno a una delle figure più rappresentative e distintive dell’identità nazionale».
Anche il portavoce dei frati di Assisi, fra Giulio Cesareo, commentando all’agenzia AdnKronos, ha dichiarato: «Ci fa piacere che si tornerà alla festa di San Francesco come festa nazionale. Speriamo che non sia soltanto [un rosso sul calendario] ma che diventi [un’occasione] per riflettere come comunità nazionale e [per] aderire sempre più alla testimonianza di San Francesco di pace, fraternità e servizio agli uomini».
L’impatto economico della reintroduzione della festività è stimato in circa 10,6 milioni di euro l’anno, una cifra considerata modesta rispetto al valore simbolico e sociale dell’iniziativa.
Attualmente, la legge è in attesa di essere pubblicata in Gazzetta Ufficiale per entrare in vigore.

