Anna Ascani, vicepresidente della Camera dei Deputati, ha rilasciato un’intervista in cui commenta la legge sull’Intelligenza Artificiale approvata dal Parlamento italiano e discute il ruolo dell’Europa in questo settore. L’intervista si concentra su risorse, investimenti e la necessità di un quadro normativo chiaro.
Ascani ha espresso preoccupazione riguardo alla legge sull’AI, definendola un’occasione persa. Secondo lei, il disegno di legge non prevede risorse aggiuntive e impone **lacci e lacciuoli** che rischiano di ostacolare gli investimenti. Ha inoltre sottolineato la mancanza di recepimento di alcuni aspetti dell’AI Act europeo, come l’etichettatura dei contenuti creati con l’AI.
La vicepresidente della Camera ha evidenziato la necessità di affrontare il tema della perdita di posti di lavoro legata all’AI, proponendo un tavolo di confronto con le imprese, in particolare le PMI, per incentivare l’AI come **intelligenza aumentata**, un supporto per i lavoratori. Ha criticato la frammentazione delle competenze tra i ministeri come un ostacolo a una gestione efficace della questione.
Ascani ha dato un giudizio negativo sull’operato del governo in materia di innovazione e AI, citando il fallimento dello strumento Transizione 5.0 e la mancanza di iniziative per la formazione. Ha criticato il ministro dell’Istruzione per aver vietato gli smartphone in classe senza fornire alternative per educare i giovani all’uso dell’AI.
Riguardo alla nomina di un ministro AI in Albania, Ascani l’ha definita propaganda, sottolineando che l’AI deve essere al servizio dell’umano e che il suo utilizzo per efficientare le pratiche è positivo a condizione che sia **AI Act compliant**.
Ascani ha parlato dell’attività della Camera dei Deputati in materia di AI, citando un lavoro di ascolto degli esperti e lo sviluppo di prototipi per supportare l’attività parlamentare, tra cui un chatbot per i cittadini chiamato Depuchat.
Per quanto riguarda gli investimenti nelle startup, Ascani ha evidenziato la necessità di un dialogo tra la politica e i **grandi fondi**, prendendo come esempio il modello statunitense. Ha sottolineato l’importanza di formare i cittadini e promuovere l’educazione finanziaria per incentivare l’investimento nel settore dell’AI.
Infine, Ascani ha commentato il ruolo dell’Europa nel settore dell’AI, affermando che l’UE ha fatto bene a muoversi per prima nella regolamentazione, ma che manca una capacità di competere con i colossi del Tech. Ha suggerito che i Paesi europei dovrebbero specializzarsi in settori specifici e sostenere la crescita di campioni europei.

