Un nuovo studio, disponibile in versione pre-print su Scientific Report, suggerisce un’associazione tra “fenomeni transitori” individuati nell’orbita terrestre, fenomeni osservati una sola volta da un telescopio, e attività nucleari svolte in passato.
Gli autori dello studio hanno utilizzato immagini storiche del cielo provenienti dal Palomar Observatory Sky Survey (POSS-I), una vasta indagine astronomica fotografica condotta tra il 1949 e il 1957. Queste immagini sono state analizzate nell’ambito del progetto di “citizen science” VASCO (Vanishing & Appearing Sources during a Century of Observations). I volontari hanno confrontato lastre fotografiche acquisite in epoche diverse per cercare “transitori”, ossia oggetti o eventi che compaiono e scompaiono tra le immagini, limitando l’analisi al periodo antecedente al lancio del primo satellite artificiale per evitare contaminazioni da veicoli spaziali noti.
Durante il periodo che va da novembre 1949 ad aprile 1957, sono stati osservati transitori in 310 giorni, ovvero circa l’11,4% del periodo analizzato. In totale, sono stati registrati 107.875 eventi transitori. Il numero di transitori per singola data variava da 0 fino a 4.528, anche se gli autori avvertono che questo picco non deve essere inteso come il numero di oggetti in orbita in quel momento.
Un’analisi ha mostrato che le date di test nucleari sopra-surface condotti da Stati Uniti, Unione Sovietica e Gran Bretagna coincidono frequentemente con la presenza di transitori. Gli autori hanno rilevato una correlazione tra il numero di segnalazioni di fenomeni UAP (“Unidentified Anomalous Phenomena”) e il numero di transitori: per ogni UAP segnalato in una data, si osservava un aumento dell’8,5% nel numero di transitori. Un dato interessante è che l’ultima osservazione di un transitorio durante una finestra di test nucleari è datata 17 marzo 1956, nonostante nei successivi 13 mesi siano stati condotti altri 38 test.
Nonostante i risultati, gli autori rimangono cauti nella loro interpretazione. Stephen Bruehl della Vanderbilt University ha affermato che i transitori potrebbero essere oggetti non identificati che riflettevano la luce solare, oppure potrebbero esistere effetti della radiazione o delle emissioni associate ai test nucleari che influenzano l’osservazione di questi eventi. Tuttavia, i dati non confermano in modo definitivo che i transitori siano oggetti extraterrestri o che la correlazione con i test nucleari implichi una relazione causale.
Il paper non è ancora stato sottoposto ad analisi da parte di altri ricercatori. Saranno necessari approfondimenti che estendano l’analisi anche al periodo successivo al 1957, includendo l’era spaziale, per verificare se simili transitori continuino a verificarsi e con quali caratteristiche. Ulteriori studi saranno richiesti per comprendere meglio la natura fisica degli eventi, per determinare se sono effetti ottici, atmosferici o satellitari, oppure qualcosa di completamente diverso. La correlazione con i test nucleari è suggestiva, ma necessiterà di ulteriori verifiche per escludere altre variabili che possano influenzare l’osservazione dei transitori in quei periodi.
Oggetti sconosciuti nello Spazio: potrebbero essere collegati a test nucleari
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