La civiltà perduta, fra racconto e realtà: “L’isola dei Nur”di Andrea Pala

Esiste una storia sarda nascosta, quasi dimenticata, oscura per certi versi e ricca di mistero. E' il mistero custodito fra le antiche pietre dei nuraghe, fra i solchi delle statue dei Giganti di Mont'e Prama, e nel bronzo dei piccoli guerrieri stilizzati. Gli studiosi hanno proposto centinaia di ipotesi sull'origine di questo popolo scomparso, cercando di ricorstruirne la vita, gli usi e i costumi attraverso i ritrovamenti archeologici. C'è chi, come lo scrittore Sergio Frau ne “Le colonne d'Ercole”, riconosce in questo popolo e nella Sardegna l'antica Atlantide, della quale parla anche Platone nel Timeo.

Nulla si può affermare con certezza in questo frangente: non resta che osservare il loro lascito, ciò che rimane delle loro costruzioni col naso all'insù.

Questo è esattamente ciò che Andrea Pala, autore del libro “L’isola dei Nur” edito da Edizioni Condaghes, ha sempre fatto sin da piccolo.

Suo zio era il custode del nuraghe “Arrubiu” di Orroli e lui era solito andare a trovarlo, restando anche la notte. Insieme al cugino, armati di torcia, andavano ad esplorarne le stanze.

A seguito di quella forte esperienza Andrea comincia a scrivere un racconto, intitolandolo “Il nuraghe misterioso”. Ripreso a distanza di tanti anni, il racconto si evolve in romanzo, pubblicato con il titolo “L’isola dei Nur”.

La vicenda narra di due uomini contemporanei, Davide e Luca. Sono due uomini qualunque,carichi di debolezze, insicuri e perfino paurosi; perfetto archetipo degli antieroi. In Sardegna, nei pressi del grande nuraghe Arrubiu di Orroli, viene ritrovato un pozzo risalente all'epoca nuragica. Il mondo dell´archeologia è in fermento: gli addetti ai lavori annunciano sensazionali scoperte, alcune inspiegabili sulla base delle conoscenze correnti. Davide si trova a settecento chilometri di distanza, ma avverte strane sensazioni, ed è preda di incubi ricorrenti. Sente di dover ritornare sull´isola dove ha trascorso la sua giovinezza, ed il suo amico Luca lo accompagna.

Un rito antico come il mondo li catapulta in un’altra epoca, quella della civiltà nuragica, la quale sta per affrontare una grave minaccia; l’invasione dei Cartaginesi.

Questa incursione dell’uomo moderno nel mondo preistorico sardo porterà a delle conseguenze che si ripercuoteranno nel futuro. Niente sarà più come prima.

Si tratta di un romanzo definito “archeo-fantasy”. L’ambientazione è ricercata, studiata con estrema cura dal punto di vista storico e bibliografico. La narrazione è arricchita da elementi fantastici, ottenuti rispolverando le leggende della tradizione sarda. Demoni quali s’erkitu, il minotauro sardo, s’ammuttadori, il demone del sonno terrore dei pastori, le janas, le fate sarde, e tante altre figure mitiche e mitologiche animano il racconto esattamente come animavano quelli dei nostri nonni.

Andrea racconta.

“Ho cercato di immaginare che cosa fosse successo tra quelle pietre antiche, che cosa avessero visto quelle torri così possenti, testimoni di fatti ed emozioni ormai perdute. Ho riportato nella vicenda tutti gli elementi che mi hanno spinto a scrivere: l’esplorazione, il desiderio di avventura, la voglia di riscoprire la storia dei nostri avi, l’intento di farne conoscere le gesta a coloro i quali di questo nobile popolo non hanno mai sentito neppure parlare. Nel libro c’è il desiderio di non dimenticare chi ci ha preceduto durante il cammino”.

“L'isola dei Nur” è reperibile in tutte le librerie, ed online anche in edizione digitale

 

 

Autore

2017-12-11

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