

I diritti della lingua sarda
“A Innantis” e la lotta per il ripristino del sardo
Il 1° marzo 1998 entrò in vigore la Carta Europea Delle Lingue Regionali e Minoritarie. La Carta tutela e promuove le lingue minoritarie e regionali come patrimonio culturale in via d’estinzione. Lo scopo è, quindi, principalmente culturale.
Essa nasce dalla consapevolezza che in tutta Europa ci siano aree in cui si parlano lingue diverse da quella standard dello Stato.
La Carta europea considera come lingue regionali o minoritarie quelle parlate, per l’appunto, da una minoranza della popolazione: “La lingua regionale è una lingua, parlata all’interno di un Paese, espressione di una cultura regionale distinta dalla cultura del Paese stesso (ad esempio, il bretone , il basco, il sardo e il friulano rispetto al francese, lo spagnolo e l’italiano). La lingua friulana e quella sardo sono due delle minoranze linguistiche tutelate e riconosciute dalla Repubblica italiana ai sensi dell’art. 6 della Costituzione italiana”; “Una lingua minoritaria è una lingua parlata da una significativa minoranza etnica situata in un dato Paese (ad esempio, il tedesco parlato da una minoranza in Danimarca e l’ungherese parlato da una relativa minoranza di persone in Romania). In Italia sono minoranze linguistiche, tutelate e riconosciute, le dodici comunità etnico-linguistiche di cui all’art. 2 della L. 482/99, inclusi i sardi, i friulani, i ladini, gli occitani, i croati, gli sloveni. Per la Costituzione italiana e per il Consiglio d’Europa, non c’è alcuna distinzione tra minoranze linguistiche “con Stato” e le minoranze linguistiche “senza Stato“.”
Anche l’Italia sottoscrisse la Carta Europea il 27 giugno 2000, ma questa non venne mai ratificata. O meglio il Consiglio dei Ministri approvò la ratifica, ma il Parlamento decise di non pronunciarsi.
Sempre in Italia, però, il 15 dicembre 1999 venne emanata la legge 482 per la tutela della lingua e della cultura minoritaria. La legge dichiara che sia compito della scuola valorizzare le lingue e opportunità formative più ampie, garantendo quindi il diritto a conoscere la lingua materna a chi appartieni a delle minoranze. Ovviamente, all’interno della legge vengono sancite anche le norme specifiche per l’insegnamento di tali lingue.
Tra l’elenco di lingue che possono essere insegnate rientra anche il sardo. Nonostante le leggi che tutelano le lingue minoritarie e regionali, la lingua sarda non viene più trasmessa intergenerazionalmente da almeno 75 anni tanto da essere considerata quasi una lingua morta.
Nelle scuole viene insegnato esclusivamente l’italiano, non riconoscendo nemmeno la possibilità, al momento dell’iscrizione, di poter scegliere se studiare o meno il sardo (come avviene in Friuli Venezia – Giulia dove la maggior parte delle famiglie sceglie di far apprendere ai propri figli il friulano).
Questo “disinteresse” nelle scuole per la lingua sarda è stato oggetto di studio della Carta di Montarbu, scritta a luglio 2021. Il 15 novembre dello stesso anno la Carta avviò una comunicazione con l’Ufficio Scolastico Regionale, che però non rispose. La Carta di Montarbu fece, quindi, saper alla stampa la situazione.
A seguito di questa azione la Regione Autonoma di Sardegna ha chiesto alle istituzioni scolastiche di “prevedere all’interno dei moduli di iscrizione per il prossimo anno scolastico un apposito modulo per permettere alle famiglie degli studenti delle scuole di ogni ordine e grado di poter scegliere se avvalersi o meno dell’insegnamento della lingua minoritaria in orario curriculare, come previsto dalla normativa”.
La situazione, nonostante tutto, non è migliorata e numerose associazioni si battono per il riconoscimento dei diritti della lingua sarda.
“A Innantis”, per esempio, terrà un incontro sabato 18 febbraio al Teatro Nanny Loi di Via Trentino per dibattere sul tema.
All’incontro interverranno Franciscu Sedda, il presidente di “A Innantis”; Gianni Marilotti, senatore e firmatario del DDL sulla Carta Europea delle lingue minoritarie; i deputati Salvatore Deidda e Silvio Loi; la poetessa Anna Cristina Serra; lo studioso e docente di lingua sarda Antonello Garau; la giornalista Paola Pilia; il presidente dell’ANSA Riccardo Pisu; il presidente dell’APS Massimo Madrigale e tanti altri.