Al Palazzo Reale di Milano, arriva una nuova mostra dedicata all’artista espressionista Edvard Munch, a 40 anni di distanza dall’ultima avvenuta nel capoluogo lombardo.
Un’esposizione esaustiva, che contiene ben 100 opere che riassumono la vita e le esperienze artistiche di uno dei importanti pittori che hanno vissuto tra il XIX e il XX secolo.
Si potranno osservare alcuni dei suoi più importanti dipinti: partendo dal celeberrimo L’Urlo, si passa ad altre importanti opere come la Morte di Marat, Notte Stellata, Le ragazze sul ponte, Malinconia e Danza sulla spiaggia.
Artista tormentato, irrequieto e controverso, Munch nacque a Adalsbruk nel 1863.
Alunno del pittore naturalista norvegese Christian Krohg, aiutò alla creazione del movimento artistico denominato Secessione Berlinese e riuscì a tenere la sua mostra personale a Berlino nel 1892, che destò particolare scalpore nel pubblico di allora.
Da lì in poi, Munch vide una carriera artistica movimentata (che lo portò a lavorare anche in paesi come la Francia) che però, a causa della sua forte produttività e del ritmo serrato delle esposizioni, lo porterà a ricoverarsi in alcuni sanatori verso la fine dell’XIX secolo.
Visse un periodo di forte squilibrio emotivo tra il 1908 e il 1909, a causa di alcune relazioni amorose dolorose (come quella con la violinista Eva Mudocci), un incidente traumatizzante e la dipendenza dall’alcol.
Oltretutto, negli anni 30, l’opera di Munch venne giudicato come “arte degenerata” dai nazisti e ritirarono 82 delle sue creazioni nei musei tedeschi, decisione che sconvolgerà il pittore norvegese, il quale nutriva forte apprezzamento per la Germania.
Munch, dopo che nel 1916 era tornato in Norvegia, morirà nel 1944 nella sua terra natia a Oslo.
La retrospettiva, promossa dal Dipartimento Cultura del Comune di Milano, organizzata dall’associazione culturale Arthemisia, patrocinata dal Ministero della Cultura e dell’ambasciata norvegese a Roma, vede la collaborazione del Museo Munch di Oslo e di sponsor come Statkraft e Generali Valore Cultura.
L’organizzazione della mostra è stata affidata a Patricia G. Berman, storica dell’arte e studiosa dell’opera di Munch.