Al teatro lirico di Cagliari “il Barbiere di Siviglia” di Gioacchino Rossini, su libretto di Cesare Sterbini in scena da Venerdì 14 marzo fino a domenica 23 Marzo, non tradisce le attese e concede emozioni ed ovazioni al pubblico sempre numeroso che sta andando a vedere l’opera. Non v’è dubbio che il Barbiere di Siviglia rimane uno dei capolavori musicali più popolari e amati scritti da Rossini, ma a Cagliari questo successo si sta confermando grazie a un cast d’eccezione, all’allestimento del Teatro di San Carlo di Napoli, ripresa della regia dalla cagliaritana Daniela Zedda ma firmata dal famoso regista Filippo Crivelli deceduto a Milano nel 2022. Le scene, colorate, divertenti e poetiche sono del genovese, costumista, scenografo e pittore Emanuele Luzzati, mentre i costumi d’epoca molto maestosi e ben definiti sono di Santuzza Calì, ripresi da Paola Tosti, e le luci di Andrea Ledda responsabile delle luci di scena della fondazione del Teatro lirico di Cagliari. Nella serata di sabato a far parte del cast c’erano: Chuan Wang (Il conte d’Almaviva); /Vincenzo Taormina (Don Bartolo); Michela Guarrera (Rosina); Marcello Rosiello (Figaro); Marco Spotti (Don Basilio); Chiara Notarnicola(Berta) e Giuseppe Esposito(Fiorello/Un ufficiale). L’opera, della durata complessiva di 2 ore e 50 minuti circa compreso l’intervallo, vola via in un batter d’cchio e per assurdo quando si arriva al finale per lo spettatore assale la voglia di rivederla iniziare dal primo atto tanto gustoso, divertente e spettacolare sono state la bravura dell’orchestra, del maestro Salvatore Percacciolo e di tutti gli interpreti che si sono succeduti sul palco. Insomma, gli spettatori che sono arrivati con ogni mezzo da ogni parte dell’isola non si sono pentiti e né si pentiranno di assistere a questo favoloso spettacolo offerto con tutta la sua sontuosità dal teatro lirico di Cagliari. Inoltre e infine c’è da sottolineare anche un’altra buona novella, sempre più spesso il pubblico che assiste a queste rappresentazioni liriche rimane il più variegato ovvero dal pensionato, allo studente al professionista, al curioso. E questo è un buon segno per chi pensava che l’opera lirica negli anni venisse superata da spettacoli più contemporanei. Insomma, la bellezza, la cultura classica, la voglia di buona musica e di riscoprire gli antichi colori e ambientazioni dei secoli scorsi fanno ancora breccia nel cuore dei giovani e dei curiosi che non vogliono perdere la memoria di chi ci ha preceduto e ci ha dato lustro, come il grande musicista ottocentesco Gioacchino Rossini.
