Saranno stati i discorsi aggressivi di Donald Trump, le prese di pozione di Rubio, Vance, Musk, ma qualcosa finalmente si muove. Michele Serra (giornalista e scrittore) ha fatto una proposta (qui: https://www.repubblica.it/commenti/2025/02/27/news/una_manifestazione_per_l_europaserra-424032102/?ref=RHLF-BG-P1-S1-F), i federalisti europei sono stati tra i primi a raccoglierla. Tante organizzazioni, sigle, comitati, associazioni, amministratori locali mostrano una adesione convinta. Il tam-tam è partito. C’è anche un appello che si può firmare: (https://www.micromega.net/europa-libera-unita-solidale-di-pace-manifestazione-del-15-marzo) Per aderire: [email protected]. Le piazze di alcune città si riempiranno di bandiere blu con le stelline.
Tra queste c’è anche Cagliari, dove alle ore 15, in contemporanea con Roma, in piazza del Carmine, si incontreranno tanti cittadini che sventoleranno le bandiere blu che per 80 anni hanno significato pace, libertà, democrazia, diritti. Il processo di integrazione europea voluto dagli autori del Manifesto di Ventotene (in edicola sabato mattina con alcuni quotidiani e scaricabile per tutti, qui: https://www.senato.it/application/xmanager/projects/leg17/file/repository/relazioni/libreria/novita/XVII/Per_unEuropa_libera_e_unita_Ventotene6.763_KB.pdf), Altiero Spinelli, Ernesto Rossi, Eugenio Colorni, partito con la CECA con Italia, Francia, Germania, Belgio, Olanda, Lussemburgo, irrobustito con l’ingresso di vari Stati europei (oggi 27 e altri bussano alla porta), passato attraverso l’elezione diretta del Parlamento Europeo, l’Euro, la legislazione dell’Unione Europea, deve fare un ulteriore passo in avanti. L’Europa deve diventare uno Stato federale (come USA, Russia, India, Brasile, etc.) in modo da avere una politica estera comune, una fiscalità che non lasci spazio ai paradisi fiscali di alcuni stati che danneggiano l’economia di altri, una difesa comune invece di 27 eserciti nazionali che costano il 30% di quanto spendono gli americani ma che equivalgono solo al 10% della loro efficacia.
Servirebbe un sistema satellitare tutto europeo senza dipendere dagli USA, una riconversione energetica per non dipendere dalla Russia, una produzione di beni essenziali strategici europei per non dipendere dalla Cina.
Solo così, potremmo continuare a procedere verso politiche di pace, di sviluppo economico e sociale, di diritti, protezione, assistenza medica (possibilmente pubblica) che ci invidiano in altri posti (come negli USA).
Le piazze si moltiplicano. Dopo Roma anche Cagliari, Ragusa, Mestre, Bruxelles, Berlino Friburgo e chissà quante altre se ne stanno aggiungendo rispetto all’idea che vedeva in Roma l’unica piazza.

Questo il comunicato stampa diramato.
La Sardegna si mobilita per l’Europa: il 15 marzo una piazza per l’Unione
Il 15 marzo anche la Sardegna risponderà all’appello lanciato a livello nazionale per una mobilitazione a favore dell’Europa unita, democratica e più vicina ai cittadini. In un contesto geopolitico segnato da tensioni internazionali, dalla crescente avanzata dei nazionalismi, i cittadini sardi scenderanno in piazza per ribadire l’importanza dell’Unione Europea come spazio di pace, libertà e cooperazione.
L’iniziativa, che si svolgerà contemporaneamente in diverse città italiane, vuole essere un momento di partecipazione attiva per riaffermare i valori europei e contrastare la frammentazione politica che rischia di indebolire il progetto comunitario. Nell’isola, le manifestazioni in programma saranno un’occasione per sottolineare il ruolo della Sardegna all’interno dell’Europa e il contributo che essa può offrire in termini di cultura, economia e innovazione.
Un evento simbolico per il futuro dell’Europa
L’ unità europea sta vacillando ma i cittadini devono credere nel progetto unitario atto a garantire la pace, è la sfida del nostro tempo – ed è per questo che il 15 marzo scenderemo in piazza, per dimostrare che il sogno europeo non è solo un progetto istituzionale, ma una realtà che riguarda tutti noi.
Non sarà una semplice manifestazione, ma un evento dal forte valore simbolico: nessuno slogan divisivo, solo il blu dell’Europa come segno di appartenenza e impegno verso un’Unione più solida e inclusiva. L’obiettivo è quello di lanciare un messaggio chiaro: “Gli europei vogliono un’Europa unita nella diversità.”
Un impegno collettivo per un’Europa più forte e vicina ai cittadini
Le manifestazioni si inseriscono in un percorso più ampio di sensibilizzazione sulla necessità di rafforzare il progetto europeo, rendendolo più democratico, equo e capace di rispondere alle sfide globali. Sarà un’occasione per coinvolgere giovani, associazioni, amministratori locali e cittadini comuni in un dibattito costruttivo sul futuro dell’Unione.
L’invito è rivolto a tutti coloro che credono nell’Europa come spazio di diritti, opportunità e progresso.


