Nessun telegiornale ne parla ancora eppure i messinesi hanno già alzato la voce contro la costruzione del ponte che collegherebbe Sicilia e Calabria. Si tratta di un progetto molto voluto dall’attuale Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini. L’iniziativa di cui stiamo parlando non è una nuova idea lampante dell’ultimo capo del Dicastero dei Trasporti: già gli antichi Romani e, secoli dopo, Ferdinando II delle due Sicilie, avevano pensato di collegare i due territori. Qualora fosse costruito, sarebbe il ponte ad unica campata più lungo in tutto il globo con una lunghezza che supererebbe i 3.000 metri. Ogni volta che si è provato ad andare a fondo in questa enorme iniziativa, a partire dagli Antichi a finire con i tentativi più attuali, come quelli degli anni 70’ e 80’ o dei primi anni 2000, non si è mai giunti a nessuna conclusione. Le motivazioni principali sono sempre state di origine economica: lo Stato non poteva permettersi un’opera architettonica così impegnativa. C’è un problema però: nessuno ha mai pensato al parere di chi vive quel territorio ogni giorno, nessuno ha mai messo in dubbio che, forse, gli abitanti locali sarebbero potuti essere contrari alla realizzazione del ponte. Nel corso della storia dell’Italia Unita, soprattutto in tempi repubblicani e più attuali, la costruzione di questo collegamento sembra essere un trofeo politico: chi se lo aggiudica per primo, vince. Vince cosa però? E soprattutto, vince dove? Il grande trionfo inneggiato dall’attuale Ministro, è una vincita dei Palazzi del potere della Capitale, non degli abitanti locali che, protestando in 3.000, dicono “no” alla costruzione del ponte sullo stretto. Sembra una questione che ricorda la TAV e le proteste avvenute vicino Torino, in Valle di Susa. I messinesi e i calabresi non vogliono che le loro regioni e la natura meravigliosa che li ha sempre circondati, vengano sfregiati per un progetto che sembra essere realizzato ad hoc per divenire un vero e proprio -come già detto- trionfo politico dell’attuale Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti che pare essere nel mirino dei manifestanti. In conclusione citerei il giuramento che ogni Ministro compie prima di salire al potere: “Giuro di essere fedele alla Repubblica, di osservarne lealmente la Costituzione e le leggi e di esercitare le mie funzioni nell’interesse esclusivo della Nazione.” Sottolineiamo quel “nell’interesse esclusivo della Nazione”, perché la Nazione, in questi casi, sono i siciliani che scendono in piazza per dire NO al ponte e per salvaguardare le loro meraviglie naturali.
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2023-06-28