Una serata dedicata allo spolvero Sabaudo. Giovedì 10 Agosto Club Silencio ha salutato lo stesso popolo torinese e i turisti in viaggio in città da uno dei complessi museali più conosciuti ed evocativi della città per l’ultimo appuntamento prima della pausa estiva.
L’ingresso a pagamento (strategico per evitare sommersione) pare essere un viatico per una serata di glamour usando il fascino del Palazzo Reale di Torino di sera.
L’ingresso del porticato è illuminato con luci rossastre che ridisegnano spazi e ambienti esterni ma i riflessi si rifrangono sulle fisionomie in una atmosfera onirica e vagamente retrò.
La città preferita di Dario Argento,( dove ha girato 7 delle sue opere migliori ) si fregia ancora del suo oscuro fascino barocco e austero insieme.
La serata si è svolta dalle 19 a mezzanotte presso i Giardini Reali, cornice per le Stelle di San Lorenzo , incuriositi avventori con accenti disparati hanno gustato la stanza del trono e gli arredi storici, l’Armeria Reale e poi esplorato attenti la Cappella della Sacra Sindone.
Giardini e sale scenografiche vengono attraversate da avventori cittadini e stranieri. Il rosso dei damaschi,i lampadari enormi e scintillanti, le statue e l’oro degli arredi nella fosca luce serale tingono di storia e mistero il palazzo reale.
I saloni del palazzo opulenti fino al sublime paiono risuonare degli intrighi di Cavour e delle ansie degli ultimi Savoia che la vissero sporadicamente per eventi speciali e ricevimenti, privilegiando piuttosto il Quirinale per motivi di potere e poi i castelli di campagna in occasioni di relax.
Intervistiamo tre ragazzi spagnoli sui vent’anni sulla serata e che ci dicono sinceri “ per noi è caro ma ne è valsa la pena abbiamo visto qualcosa di molto bello, abbiamo immaginato qualcosa dell’Italia del passato”.
Dei furgoni nel giardino propongono street food siciliano e napoletano, questa è una vittoria ironica in una Città dove l’immigrazione dal sud pare aver creato un mood particolare di tradizioni culinarie ed esistenziali per soddisfare i palati di tutta Italia.
Queste innovazioni di stile convivono col rigoroso e orgoglioso aplomb Sabaudo (che è sempre più orgoglioso dei meravigliosi bolliti e delle proprie pesche al forno).
Ci avviciniamo ad un gruppo di mature coppie lombarde che appaiono estasiate dalle collezioni del palazzo, chiediamo alla più vistosa e solare delle signore delle impressioni sull’arte e su l’ altissimo antiquariato intorno.
La dama moderna bionda, in carne e vaporosa con forte accento bresciano ci dice “io un vaso cosi farei di tutto per portarmelo a casa, farei morire di rabbia la mia vicina di casa che gira sempre per antiquari”.
A questo punto chiediamo un parere sulla serata a tre ragazze molto truccate e vestite in maniera audace ma stilosa sulla trentina (o forse quarantina chissà) sono sedute ai tavolini del giardino.
“ Speravamo di trovare anche noi un miliardario alla Segre disponibile …..(ridono) ma vediamo solo tatuati coi pantaloni corti… poi ormai son tutti incazzati” ci dicono ironiche e beffarde.
Ci colpisce l’attenzione dei turisti stranieri sull’ imponente portale di Guarino Guarini che annuncia l’ enigmatica Cappella che contenne per anni la Sindone, pare volerci intimorire l’opera lignea e profetare attraverso la complessa simbologia “ Niente e nessuno può distruggerla” anche se il fuoco sulfureo riflettendo ne ha più volte minacciato l’integrità più volte.
Vediamo ragazzi mangiare ai tavolini vicini al “cuore bianco” della città ovvero nella parte recintata dei giardini reali.
Una passeggiata serale ci riconduce alla marmorea e bianca vasca con al centro la Fontana di Nereide e i Tritoni, più semplicemente conosciuta come “Fontana dei Tritoni”.
L’atmosfera della fontana ci porta con la mente ai paradisi segreti del re pazzo Ludwig di Baviera. A lui in fondo Torino sarebbe piaciuta moltissimo.
Il blu elettrico delle sapienti luci inonda il retro del palazzo, mentre il porticato rimane rosso sangue tutta la sera come a significare un ingresso in una dimensione altra, la fontana nel parco ci appare di un rosa/lilla violaceo. Tutto mira alla scenografia in questa serata puntata su dei colori quasi soprannaturali come se fossero i più adatti alla misteriosa prima Capitale d’Italia che con questo ricevimento a palazzo vuole indicare il cambio di sovranità.
La crisi morde e le serate appaiono attimi di momentanea tregua dalle preoccupazioni dell’inflazione o dell’implacabile caro vita.
“Il popolo ha fame ?dategli delle Brioche” potrebbe dire un giorno Giorgia Meloni in una nera profezia futura.




