GIANFRANCO FINI ALLA SCUOLA DI FORMAZIONE POLITICA

Il noto esponente politico racconta a braccio la sua opinione sulla delicata situazione geopolitica dei nostri giorni, alla luce della sua lunga esperienza.

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La sala è piena. Alla sesta edizione della Scuola di formazione politica (qui l’articolo di presentazione: https://www.latestata.it/rubriche/diritto-e-societa/scuola-di-formazione-politica/) promossa dai Riformatori sardi, è di scena Gianfranco Fini. Il programma recita che dialogherà con Ignazio Artizzu, caporedattore di Rai Sardegna. In realtà tratta il tema “La geopolitica: quale Europa (e Italia) ci aspetta alla luce dei conflitti in corso?” senza troppe interruzioni da parte del giornalista (già capo ufficio stampa della RAS targata Christian Solinas). Visibilmente emozionato, annuncia l’ospite, oggi conferenziere, già deputato, presidente della Camera, vicepresidente del Consiglio dei ministri (durante la mattanza dei fatti di Genova del G8), ministro degli Affari Esteri, segretario del Fronte della Gioventù, del Movimento Sociale Italiano – Destra Nazionale, presidente di Alleanza Nazionale, fondatore con Berlusconi del Popolo della Libertà, presidente di Futuro e Libertà.

Il padre Argenio fu volontario della Repubblica Sociale Italiana, il nonno faceva parte del PCI. La madre Erminia Marani era figlia di Antonio che fece la marcia su Roma e successivamente organizzatore dei circoli del MSI. Lui racconta come entrò in politica giovanissimo: a seguito di scontri avvenuti fuori dal cinema dove aveva visto “Berretti verdi” con John Wayne.

Ignazio Artizzu, che si prenota per fare il biografo di Gianfranco Fini, pregusta di chiedere vari argomenti ma l’atteso ospite precisa che parlerà solo di geopolitica.

Vi rimando all’articolo di Tiziana Mori per un resoconto: https://www.latestata.it/politica-e-partiti/si-apre-a-cagliari-la-sesta-edizione-della-scuola-politica-dei-riformatori/

Io mi limito a registrare che la sala ascolta in religioso silenzio un esponente politico che ha attraversato la storia del nostro paese sia all’opposizione che in maggioranza. Gianfranco Fini ha avuto modo di incontrare alcuni grandi della terra. Mi pare di cogliere un attimo di nostalgia quando ricorda Condoleezza Rice. Affronta il tempa del giorno: Steve Bannon, non degnandolo di una menzione. Si sofferma sulla caratteristica imperiale del presidente USA Donald Trump. Ha il modo del conferenziere preparato. Lo dice lui stesso: “quando non so una cosa, studio” (mica come certi ministri, verrebbe da dire). E ora tempo per studiare ne ha tanto, essendo uscito dalla politica attiva. Cerca di essere ironico ma l’autorevolezza che tutti gli riconoscono non glielo consente fino in fondo. Traspare come una sfida alla Meloni, sembra dire “vediamo cosa farà adesso”. Da una parte l’atteggiamento “sdraiato” della premier nei confronti di Trump come a volersi mostrare la più trumpiana tra i leader europei, dall’altra la difesa a spada tratta dell’Ucraina. I due atteggiamenti non sono facili da tenere insieme alla luce delle affermazioni del più vecchio presidente USA che alcuni hanno affermato essere stato avvicinato dal KGB (qui un interessante articolo: https://www.huffingtonpost.it/esteri/2021/01/30/news/l_ultima_su_donald_trump_uomo_del_kgb_per_40_anni_-5055029/).

Gianfranco Fini appare lucido nell’analisi della situazione mondiale ed europea ma sembra essere pessimista rispetto al risultato, forse per l’abbondante nazionalismo che rende gli stati europei incapaci di realizzare gli Stati Uniti d’Europa, almeno fino ad oggi.

Parla senza interruzioni per una buona mezz’ora, bruciando sette o otto domande che il giornalista si era preparato.

Sembra che al centro del suo interesse ci sia ora l’Islam europeo. Studia il Corano, l’atteggiamento degli imam, parla con loro. Favorevole alla costruzione di moschee invece di luoghi semiclandestini come i garage dove può scapparci qualche discorso che travalica l’aspetto religioso.

Alla fine, dopo un’ora e mezza di monologo si ferma perché sono pronti i prossimi ospiti. Peccato. L’uditorio sarebbe rimasto ancora ad ascoltarlo. Viene salutato con un grande applauso. La prima scommessa della Scuola di Formazione Politica dei Riformatori Sardi è stata vinta. Complimenti al responsabile della Scuola: l’on. Umberto Ticca.

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2025-02-27
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