Lingua e cucina italiana sono un binomio indissolubile. Se i consumatori perdono la memoria della storia di un piatto o di una ricetta italiana perché viene nominato in inglese, il danno è enorme. Sta nuovamente girando nelle chat dei più giovani la falsa notizia sul tramezzino italiano che sarebbe nato negli USA e perciò si chiamerebbe sandwich. Per questa ragione, Benito Mussolini avrebbe vietato nel 1923 l’uso della parola sandwich.
Il sandwich è un tipo di cibo molto popolare che ha una storia interessante. È stato nominato dopo John Montagu, il quarto Conte di Sandwich, un nobile britannico del XVIII secolo. La leggenda più diffusa dice che il conte amava molto giocare a carte. Durante una lunga sessione di gioco, non voleva fermarsi per mangiare, quindi chiese al suo servitore di portargli della carne tra due pezzi di pane. Questo gli permetteva di continuare a giocare mentre mangiava, senza sporcare le carte. Gli altri giocatori iniziarono a ordinare “lo stesso del Sandwich”, e quindi questo tipo di pasto prese il nome di “sandwich”. La sua comodità e versatilità lo hanno reso popolare in tutto il mondo, con infinite varianti basate sulla stessa idea base di avere riempimenti tra due pezzi di pane.
Facciamo ordine. Il famoso pancarrè che ha dato i natali all’ancor più celebre tramezzino è nato proprio a Torino. L’alimento che ha spopolato in tutto il mondo, alla base di molti cibi del fast food, deve le sue origini, più precisamente, al Caffè Mulassano di piazza Castello, nel pieno centro della città sabauda.
All’interno dello storico locale torinese è, infatti, incisa una targa che recita: “Nel 1926 la signora Angela Demichelis Nebiolo inventò il tramezzino”. Secondo la tradizione, i coniugi Nebiolo, di ritorno dagli Stati Uniti, per ringiovanire il locale, diedero vita, dapprima come accompagnamento all’aperitivo e successivamente come pranzo veloce, al celebre spuntino che Gabriele D’Annunzio chiamò, alcuni anni dopo, “tramezzino”. Nel 1925, quando il poeta assaggiò un particolare tipo di panino farcito con burro e acciughe, avrebbe esclamato: “Ci vorrebbe un altro di quei golosi tramezzini…”. Da allora, la pietanza prese questo nome. Il termine, probabilmente in risposta al sandwich inglese, trova origine nel linguaggio architettonico: “tramezzo” significa infatti “elemento posto in mezzo ad altri elementi” (Treccani).
Come ogni tradizione che si rispetti, anche quella del tramezzino è, peraltro, legata a una leggenda. Il pancarrè che ha portato alla nascita del tipico spuntino torinese è legato alla storia dell’ultimo boia di Torino, vissuto nella prima metà dell’800. Essendo i boia malvisti dalla popolazione per il ruolo che ricoprivano all’interno della società, a loro era affidato il compito di uccidere le persone soggette a pena di morte. Si era consolidata tra i panettieri l’abitudine di porgere loro il pane al contrario in segno di disprezzo.
Il boia, offeso dalla scortesia, si rivolse quindi all’autorità e fece emettere un’ordinanza che vietava formalmente ai panettieri di perseverare nella pratica. Questi ultimi, per eludere la decisione delle autorità cittadine, inventarono così un nuovo tipo di pane, la cui forma era molto simile a quella di un mattone. Il pancarrè, uguale sia sopra che sotto, poteva quindi essere servito al boia capovolto senza che quest’ultimo potesse lamentarsi e segnalare l’accaduto alle autorità.
Nel 1923 a difesa della lingua italiana e dei prodotti italiani Mussolini vietò l’uso inglese per tutte queste parole.
