
In Italia ti rendi conto della gravità di una situazione non dal tenore del dibattito politico ma dalla sospensione delle partite del campionato di calcio di serie A.
Doveva succedere prima o poi. Che il coronavirus varcasse i confini della Cina e si spargesse per il mondo. Non è facile prevenire il contagio in un mondo globalizzato. Soprattutto quando una parte della popolazione tende a sottovalutare la portata del danno non prendendo un minimo di precauzioni (come successe per l’AIDS, per esempio) o quando si pensa che riguardi gli altri e mai noi stessi oppure quando prima viene l’economia e poi la salute (gli esempi si sprecano, ricordiamone due, da Taranto a Portoscuso).
Ma volete mettere… non sentire per il periodo di quarantena, che vuol dire quaranta giorni ma che qualche buontempone riduce a 14 o 20 giorni più o meno arbitrariamente, i Renzi e i Salvini che, non avendo nessuna competenza specifica ammorbano tg e media con slogan vuoti di significato lanciati in una corsa elettorale mirante a soddisfare il proprio ego e la sete di potere, vengono zittiti e spariscono da giornali e tv a tempo indeterminato. In quarantena appunto. Perché ora, gli italiani non si chiedono più se Renzi sfiducerà Conte o se Salvini sarà il leader del centrodestra (o meglio della destracentro). Il problema vero sarà se dopo la sospensione delle partite nelle regioni della zona rossa, si dovrà continuare a non disputare le gare o se si dovranno giocare a porte chiuse! Compreso il derby d’Italia: Juve-Inter.
Il problema è serio. Intanto un plauso alla politica che davanti a problemi più assillanti fa un passo indietro (cosa che per i leader di nome Matteo equivale quasi a castrarsi). Se il calcio si dovesse fermare, avrebbe indubbiamente delle ripercussioni economiche. Mancati introiti per tutti. Ma le ripercussioni si estenderebbero alla sfera sociale e sociologica. Milioni di persone che smetterebbero di distrarsi per accorgersi di problemi più seri, ma ci pensate quali danni potrebbero causare? Se invece le partite si giocassero a porte chiuse per un mese (meglio quaranta giorni) e venissero trasmesse in chiaro, ognuno potrebbe guardarsele in casa senza rischiare di contagiarsi o contagiare. Verrebbe meno la regolarità del campionato? Invece rimandare le gare a maggio o giugno sarebbe meglio? L’alternativa potrebbe essere quella di far accedere i tifosi negli stadi in rapporto di 1 a 10 rispetto alla capienza prevista con obbligo di non aprire la bocca coperta dalla sciarpa d’ordinanza e seduti distanti l’uno dall’altro una decina di sedili. Volendo potrebbero portare dei tamburi per fare il tifo. Vietate le trombe e gli strumenti a fiato.
Le preoccupazioni economiche vengono dopo quelle per la salute dei cittadini, lo ha sottolineato responsabilmente anche il governatore del Veneto Luca Zaia che ha sospeso pure il Carnevale di Venezia. E il saldo economico sarà negativo ma di poco perché diminuiranno le spese per i viaggi ma aumenteranno quelle per i presidi sanitari. Diminuiranno i consumi nei ristoranti ma aumenteranno le spese per i cibi d’asporto o per i pony express. Diminuiranno le spese per i carburanti ma aumenteranno le giocate in borsa, le spese per i videogiochi e il telelavoro laddove è possibile. I consumi di acqua e sapone raddoppieranno e la forzata coabitazione potrebbe portare anche a un incremento delle nascite che gli statistici demografici non avrebbero potuto prevedere fino a un mese fa.
Ad ogni modo passeremo anche questa. Certo i dati percentuali dei decessi sui contagiati sono più importanti rispetto a quelli delle normali sindromi influenzali stagionali e si deve ancora trovare un vaccino. Pare che sia il 3% l’ammontare dei decessi per coronavirus sulle persone contagiate rispetto al due per mille delle sindromi influenzali. E’ molto o poco il 3%? Se si parlasse della percentuale di voti di Italia Viva non mi preoccuperei tanto ma se fosse la percentuale di auto che esplodono per difetto di fabbricazione sarei molto preoccupato!
Responsabilizzare i cittadini verso i comportamenti da tenere è la prima cosa da fare. Anche latestata.it pubblicizza il decalogo del Governo, le indicazioni del Ministero della Salute e dei Presidi medici deputati a dare indicazioni sul Covid 19.