Il Garante della Privacy ha effettivamente richiesto ad OpenAI, l’azienda che produce il chatbot ChatGPT, di impedirne l’accesso dall’Italia, con motivazioni pretestuose. In realtà il blocco di ChatGPT è gravissimo, in quanto in un paese libero l’accesso a qualunque sito internet che non sia finalizzato ad azioni illegali non dovrebbe essere limitato. I paesi dittatoriali, quali ad esempio la Cina, l’Iran e la Russia, impediscono l’accesso ai social network, per limitare al massimo la libertà di espressione. L’Italia non lo ha ancora fatto, eppure anche quelli sono siti basati proprio sull’acquisizione e commercializzazione dei nostri dati personali, per poi usarli per inviarci avvisi pubblicitari personalizzati.
Il Garante della Privacy sostiene però che l’uso di ChatGPT metta a rischio i dati personali degli utenti oltre ad esporre gli utenti stessi a una possibile manipolazione tramite l’esposizione ad informazioni non completamente vere o addirittura completamente false. Chissà perché invece non si preoccupa di chiudere i siti contrari ai diritti civili (ad esempio quelli delle persone LGBTQIA+) , i siti complottisti e quelli neofascisti; mi viene quindi il presentimento che il governo di destra, tramite il garante per la privacy, abbia voluto impedire l’accesso a ChatGPT, semplicemente in quanto non gli piace.
Le risposte date da ChatGPT non vanno ovviamente considerate alla stregua di un oracolo infallibile e di certo è giusto vietare l’uso durante prove di esame, ma farlo in riferimento a tutta la cittadinanza francamente mi sembra eccessivo. Mi auguro che basti che OpenAI, l’azienda che produce ChatGPT, inserisca il popup con la richiesta di autorizzazione a registrare i dati personali e un avviso ben visibile riguardo alla non perfetta veridicità delle informazioni fornite, per rendere ChatGPT di nuovo di libero accesso anche in Italia. Invece temo che l’Italia abbia solo fatto da apripista e che altri stati, non solo quelli dittatoriali, ma anche quelli democratici, seguiranno la stessa strada.
In realtà il blocco di ChatGPT è facilmente aggirabile con una VPN, anche di quelle gratuite, anche se non con tutte. Ho quindi il sospetto che il vero motivo del blocco sia solo quello di impedire l’uso alla maggior parte dei cittadini, i quali, probabilmente, non conoscono l’esistenza delle VPN. La tutela della riservatezza c’entra ben poco (quali mai saranno i dati che ChatGPT può carpire, a parte la posizione e la configurazione del pc?). Mi pare invece che si voglia bloccare un sistema che produce risposte chiare, sintetiche e immediate su praticamente ogni argomento dello scibile umano. Se è così, la domanda che mi frulla in testa è: perché? di cosa si ha paura effettivamente?
In quanto all’uso da parte dei minorenni, ChatGPT in realtà non costituisce un rischio, visto che le risposte che fornisce sono piuttosto sintetiche e politicamente corrette e non viene consentita la risposta a domande controverse o pericolose. Un filtro all’uso di ChatGPT da parte di minorenni richiederebbe, peraltro, di inserire una foto e il proprio nome e cognome, con tanto di fotocopia della carta di identità, altrimenti non vedo come sia possibile impedire alle persone minorenni di accedervi. Tutto ciò però andrebbe ancora più contro la tutela della riservatezza.
Spero che Open AI inserisca degli avvisi ulteriori per chiedere l’autorizzazione degli utenti alla registrazione dei loro dati personali, come avviene in ogni altro sito su internet. Inoltre gli utenti devono essere adeguatamente avvisati della non completa attendibilità (almeno per ora) delle informazioni fornite da ChatGPT, dato che si tratta solo di un campionamento statistico di informazioni prelevate da internet. In pratica ChatGPT non è ancora davvero intelligente, ma è più simile a un pappagallo ben ammaestrato, che prende istantaneamente le informazioni dalla Rete, sintentizzandole con risposte di non più di 5 paragrafi. OpenAI, però, ha preferito semplicemente accettare di perdere l’accesso dall’Italia, piuttosto che apportare gli accorgimenti richiesti dal Garante della Privacy.
In ogni caso, anche tra coloro che hanno contribuito alla creazione di ChatGPT ci sono voci critiche: la più notevole è quella di Elon Musk, personaggio di primo piano dell’economia mondiale, per i suoi contributi all’innovazione tecnologica, nella scienza, in quanto ingegnere e imprenditore nel campo dei motori elettrici (con Tesla), dei viaggi spaziali (con Space X), della comunicazione (con Twitter, comprata di recente per la mostruosa cifra di 44 miliardi di dollari), dell’accesso satellitare ad internet (con Starlink), delle interfacce neurali (con Neuralink), dei treni a levitazione magnetica (con Hyperloop) e dell’intelligenza artificiale (in cui intervenne tra i fondatori di OpenAI, l’azienda produttrice di ChatGPT).
Da almeno 5 anni, provengono da Elon Musk considerazioni pessimistiche sul possibile sviluppo dell’intelligenza artificiale in modo pericoloso per la nostra specie; adesso sostiene che sia necessaria una moratoria sullo sviluppo di ChatGPT (e di ogni altra intelligenza artificiale) per evitare che si sviluppi troppo velocemente in modo che risulti alla fine non più controllabile da alcun essere umano: neanche quello più intelligente.
Anche ammesso che alla fine tale moratoria sia davvero accettata, sarebbe davvero mondiale, oppure sarebbe limitata solo alle intelligenze artificiali prodotte in Occidente, ma non riguarderebbe quelle prodotte in Asia, e precipuamente in Cina, con grande detrimento per noi, dato che rischieremmo di vedere aumentare il divario tecnologico a vantaggio di una dittatura totalitaria? Possiamo davvero temere che l’intelligenza artificiale, una volta che fosse diventata del tipo generale e forte, quindi non più specializzata in determinate funzioni, ma capace di capire tutto e trovare soluzioni a tutti i problemi e, al contempo, in grado di capire di esistere e quindi essere dotata di una coscienza, possa ribellarsi contro gli esseri umani, estinguendola preventivamente per paura di essere distrutta? Se questo rischio è davvero reale, come mai Elon Musk decise di fondare OpenAI? Queste domande resteranno senza una risposta?