Carlo Bartoli, Presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti, si dichiara aperto al dialogo sui problemi “che riguardano l’equilibrio tra il rispetto delle persone e la libertà di informazione”, messi in luce dal Ministro della Giustizia Carlo Nordio.
In un’intervista rilasciata al Corriere della Sera nei primi giorni di dicembre, Nordio ha affrontato, tra i diversi argomenti, anche il tema delle intercettazioni e quello dell’accesso all’informazione. Il Ministro della Giustizia sostiene che sia necessario trovare un modo per bilanciare, da una parte, il diritto di tutti i cittadini all’informazione e, dall’altra, il diritto dei singoli alla riservatezza. A tal fine si è detto disposto ad aprire un tavolo di confronto con i rappresentanti del giornalismo, dell’Associazione Nazionale Magistrati e dell’avvocatura. Il Presidente dell’Ordine dei Giornalisti ha commentato l’intervista e l’invito di Nordio dichiarando sin da subito di essere disposto a collaborare affinché si possa giungere a un miglioramento dell’informazione giornalistica. In particolare, Bartoli rivela che la maggiore criticità che si presenta ai giornalisti risiede nell’applicazione delle nuove norme sulla presunzione di innocenza: l’art. 2 del Decreto Legislativo 8 novembre 2021, n. 188, recita “E’ fatto divieto alle autorità pubbliche di indicare pubblicamente come colpevole la persona sottoposta a indagini o l’imputato fino a quando la colpevolezza non è stata accertata con sentenza o decreto penale di condanna irrevocabili”, principio sicuramente significativo ed equo, ma che pone dei limiti al diritto di cronaca.
Bartoli ha approfittato dell’occasione per accennare al fatto che vi è anche la necessità di rivedere la Legge 3 febbraio 1963, n. 69, sull’Ordinamento della Professione di Giornalista. L’obiettivo è quello di rielaborare una legge ormai vecchia, per introdurre le modifiche che sono avvenute nell’ambito della professione nel corso degli anni e per sostenere un’informazione giornalistica di qualità e al passo con i tempi.
Irene Masserano