Il Distretto Culturale del Nuorese denuncia “l’agonia del territorio” provinciale di Nuoro, abbandonato ed escluso dalle politiche della Pubblica Amministrazione.
Il Distretto Culturale del Nuorese nasce con l’obiettivo di valorizzare e sostenere l’identità e la cultura del territorio e, attraverso di essi, avviare uno sviluppo economico e sociale della provincia. Il Distretto cerca quindi di divulgare il patrimonio intellettuale del Nuorese ricorrendo a una serie di attrattori materiali e immateriali. Ad esempio, promuove la conoscenza di illustri personaggi natii (tra i quali non si può non citare Grazia Deledda), dei principali luoghi culturali e d’attrazione, dei Comuni che costituiscono la provincia e infine della fama di Nuoro come Atene della Sardegna. Dunque, la denuncia delle condizioni precarie in cui versa il Nuorese è coerente con gli scopi e gli obiettivi che si propone l’Associazione.
Secondo il Distretto Culturale, una delle maggiori problematiche da affrontare riguarda il settore dei trasporti: secondo le ricerche di Uniontrasporti, Nuoro si colloca in classifica come l’ultima provincia della Sardegna riguardo alla presenza di infrastrutture che permettano di collegarla alle altre aree strategiche della Regione. E ciò accade non tanto per mancanza di fondi, quanto per una scorretta ripartizione degli stessi. Infatti, la Comunità Economica Europea, sin dalle sue origini, ha stanziato diversi investimenti e creato Fondi Strutturali volti al raggiungimento di una coesione economica, sociale e territoriale, al fine di promuovere uno sviluppo unitario e armonioso dell’Unione Europea. Buona parte di questi fondi viene riservata al sostegno delle aree più svantaggiate in ambito demografico e naturale, e la Sardegna, ad oggi, dispone di 10 miliardi di euro da utilizzare a tali scopi entro il 2027. Ma dai piani elaborati a livello nazionale e regionale per il 2023 si evince che la provincia di Nuoro, sebbene costituisca il territorio più impervio e montuoso dell’isola, non godrà di questi investimenti, che invece saranno usati a tutto vantaggio delle zone maggiormente infrastrutturate della Sardegna.
Un’ulteriore criticità consiste nell’esclusione del territorio Nuorese dalle cosiddette Zone Economiche Speciali (ZES): si tratta di aree geografiche delimitate in cui vengono proposti incentivi, agevolazioni e semplificazioni amministrative alle imprese e alle industrie che vi si vogliono insediare, al fine di incentivare e accrescere lo sviluppo economico, e di conseguenza sociale e urbanistico, del territorio. Allo stesso modo, il Distretto Culturale del Nuorese teme che la provincia possa essere esclusa o gravemente penalizzata anche nella ripartizione dei fondi destinati alla Strategia Regionale di Sviluppo Sostenibile, Sardegna 2030, il progetto che ambisce allo sviluppo coeso del territorio e alla valorizzazione delle singole comunità. Il tutto, ribadisce l’Associazione, all’interno di un quadro pressoché sconfortante: infatti, secondo le indagini di Save The Children, Nuoro è la prima provincia della Sardegna per quanto riguarda il livello di disagio socioeconomico degli studenti, fenomeno che si riflette nell’abbandono prematuro del percorso scolastico (la provincia vanta il più alto tasso di rinuncia agli studi prima del conseguimento del diploma secondario superiore), che a sua volta inciderà in ambito lavorativo.
In conclusione, il Distretto Culturale del Nuorese, prendendo atto di come le cosiddette politiche di coesione vengano applicate, nella pratica, in modo opposto a quanto enunciato nella teoria, si propone di affiancare all’attività di denuncia delle azioni e delle iniziative concrete per offrire soluzioni credibili a chi, negli ambienti governativi, si occupa di queste situazioni.
Irene Masserano