L'ordine dei Giornalisti

Come si diventa giornalisti in Italia?

L'Ordine nazionale dei giornalisti prova a riformarsi dopo sessant'anni


Il Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti ha approvato all’unanimità un documento per la riforma dell’ordinamento professionale giornalistico, per modificare l’accesso alla professione e modernizzare le norme attualmente in vigore, che risalgono al 1963.
La proposta prevede di istituire l’obbligo di possedere una laurea magistrale in giornalismo per poter accedere alla professione. In alternativa, sarà richiesta una laurea triennale seguita da corsi specialistici controllati e vigilati dall’Ordine dei giornalisti, cioè le scuole superiori di giornalismo.

Durante un periodo transitorio, potrebbero tuttavia essere mantenute le modalità di accesso attualmente in uso. Si prevede pure la revisione del principio di esclusività della professione giornalistica, che dovrà essere considerata solo “attività prevalente”. Ciò significa che i giornalisti potranno svolgere anche altre attività professionali, purché la loro attività giornalistica rimanga quella principale a patto di evitare conflitti di interesse con la professione giornalistica, che tra l’altro dovrà restare la professione principale. Si prospetta anche la riforma dell’esame di stato per la verifica attitudinale, con un test di cultura generale ed uno più specifico su quattro ambiti relativi al giornalismo, cioè: cronaca e linguaggio giornalistico; informazione multimediale; comunicazione digitale; utilizzo delle lingue straniere; analisi e impiego dei social.

Per quanto riguarda gli aspiranti pubblicisti, essi dovranno conseguire una laurea di primo livello quale requisito per intraprendere un biennio di attività propedeutico all’iscrizione all’albo. Durante questo periodo, dovranno seguire un percorso di formazione che consentirà loro di acquisire le competenze necessarie per esercitare la professione giornalistica. L’ODG avrà il compito di assicurare un livello di formazione superiore anche nel campo del giornalismo pubblicistico. Si richiederà, in modo simile a quanto avviene per i professionisti, almeno un diploma di laurea di primo livello, che sarà una condizione prioritaria. Sarà necessario presentare la documentazione relativa all’attività giornalistica e una dichiarazione di inizio attività entro tre mesi dall’avvio della stessa. Sarà richiesta anche la presentazione di una documentazione contabile certificata dei pagamenti ricevuti e la partecipazione ai corsi di formazione organizzati dall’Ordine di appartenenza in materia di deontologia. Alla fine del percorso, che avrà una durata di due anni, il Consiglio regionale valuterà l’attività giornalistica svolta e i relativi compensi, e organizzerà un colloquio finale per valutare la preparazione del candidato pubblicista. Nel caso in cui l’esito sia negativo, il colloquio non potrà essere ripetuto prima di tre mesi.

L’ODG ritiene necessaria la riforma anche per via dell’evoluzione della professione giornalistica, che si sta adattando ai cambiamenti del panorama mediatico, includendo nuove piattaforme digitali e coinvolgendo sia prodotti collettivi sia individuali. Tali sforzi vanno verso un organo di informazione strutturato e un pubblico ampio e variegato, creando nuove figure professionali nell’ambito dell’informazione e della comunicazione.

Nella formulazione di questa proposta, si è tenuto conto dell’evoluzione progressiva e in parte imprevedibile della figura del giornalista, considerando l’impatto potenziale e futuro dell’intelligenza artificiale. La produzione giornalistica si è estesa a piattaforme, pubblicazioni e tecnologie sociali che, in determinate circostanze – che saranno soggette a valutazione accurata da parte dell’Ordine dei giornalisti – potrannno rappresentare canali di informazione professionale. Ciò è in linea con quanto è stato sottolineato dalla Cassazione nella sentenza 26596/2020, quando si parla di attività giornalistica che si svolge “attraverso giornali, agenzie di stampa, emittenti radiotelevisive e, più in generale, ogni strumento idoneo ad assicurare la diffusione dell’informazione”.

Si dovrà per intanto considerare questi punti fondamentali per una riforma, lasciando allo stesso tempo spazio per le future trasformazioni che potranno verificarsi.

Il testo finale del documento sarà votato nella prossima riunione del Consiglio nazionale dell’Ordine del Giornalisto, prevista per metà luglio.

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2023-06-21

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