Quattordici anni, una Biennale di Venezia all’attivo: il curioso caso di Antonello Portento

Esistono storie nascoste, tanto mirabolanti da sembrare impossibili, nel sottobosco culturale italiano. Narrano di percorsi artistici straordinari, dei quali non si parla a sufficienza perché di poco peso mediatico, di scarso interesse per la massa.

Questa è la storia di Antonello Portento, un giovanissimo ragazzo di Molfetta, Puglia. La sua vicenda comincia fra i corridoi degli ospedali pediatrici, della sua città e di tutta Italia. Antonello infatti è affetto da un disturbo allo stomaco che lo porta ad avere dolori lancinanti, la cui causa è un assoluto mistero. I medici rilevano un’attività anomala sui linfonodi, ma attribuire un nome a questa patologia risulta essere particolarmente complicato.

“Non auguro a nessuno, nemmeno al mio peggiore nemico, di frequentare gli ospedali pediatrici per il proprio figlio” racconta Domenico, padre di Antonello, “Ed ancor peggio è non sapere se esista una cura al suo male, e quale nemico ci si trova a dover combattere”.

Uno di questi pellegrinaggi ospedalieri porta la famiglia Portento a Roma. Tra una visita e l’altra passeggiano per le vie della Città Eterna, soffermandosi a contemplare la meraviglia di Castel Sant’Angelo. Domenico si ferma ad osservare Antonello in estasi davanti a tanta bellezza, ed un pensiero, una preghiera a Dio nasce spontanea: “Prendi me, e libera mio figlio”.

Un brivido gli attraversa la schiena, ed un mancamento lo fa quasi cadere a terra.

Antonello nel frattempo viene attratto dalla presenza di un clochard intento a disegnare. Lo osserva, rapito dalla bellezza della sua opera. Domenico chiede il prezzo dell’opera: vuole portare con se l’oggetto di tanto stupore ed interesse da parte di suo figlio. “Non è in vendita” è la risposta dell’uomo. Stupito ed un po’ spazientito, Domenico lo ringrazia, e fa per andarsene, quando l’uomo lo redarguisce: “Ma non ti rendi conto che davanti a te hai Michelangelo?”.

La famiglia prosegue la sua visita romana. D’improvviso Antonello chiede ai genitori di poter mangiare, richiesta alquanto strana da parte sua, proprio a causa del suo male. La richiesta viene accolta con gioia, ed è un piacere per i suoi genitori vederlo mangiare di nuovo di gusto Lo stesso pomeriggio Antonello chiede di poter comprare un taccuino, matita e gomma. Quella notte, in albergo, avviene qualcosa che, ancora oggi, Domenico ricorda con un nodo alla gola.

“Mi sono alzato a notte fonda, svegliato da dei rumori inconsueti. Mio figlio aveva buttato giù dalla finestra dell’albergo tutte le sue medicine, e disegnava come mai l’avevo visto fare sino a quel momento. Erano immagini sbalorditive, di una bellezza fuori dal comune”.

Antonello non ha più smesso di disegnare, ed il suo percorso artistico è andato in crescendo. I tratti della sua matita descrivono gli “ultimi”, con un tocco ed un’empatia struggenti. Le sue opere sono state notate da Giorgio Grasso, critico d’arte e docente universitario, che l’ha preso sotto la sua ala e gli ha fatto da mentore. Antonello è stato selezionato per esporre alla 57^ edizione della Biennale di Venezia, presentando le sue opere al padiglione Armenia.

“E’ stato definito” racconta Domenico, “come uno dei più grandi talenti da cinquecento anni a questa parte, ed una commissione di esperti dell’Università “La Sapienza” di Roma l’ha inserito nell’Atlante d’arte contemporanea de Agostini”. Numerose troupe televisive, fra le quali quelle della Rai, hanno intervistato il ragazzo che, nonostante il suo straordinario talento, conserva una semplicità commovente.

Antonello frequenta il liceo artistico di Bari quasi nell’anonimato. Non vende i suoi quadri, e non ha interesse ad esporsi più del necessario. Le sue mostre sono centellinate, e programmate in ragione dei suoi impegni scolastici, e mai sacrificando la sua vita di adolescente. Antonello la normalità l’ha dovuta conquistare, e la difende con le unghie e con i denti.

Ha un grande sogno: studiare a Firenze, presso le più prestigiose accademie. In Italia non è prevista alcuna borsa di studio per meriti artistici, e nonostante i numerosi sacrifici la famiglia di Antonello avrebbe bisogno di una mano per sostenere le spese dei suoi studi in un’altra regione.

“Trovo incredibile, quasi un’assurdità” racconta Domenico, “che in Italia, patria dell’arte per eccellenza, non sia previsto alcun incentivo per artisti di conclamato prestigio come mio figlio. Abbiamo ricevuto numerose proposte dalla Francia e dagli Stati Uniti, ma lui vorrebbe studiare a Firenze, e cercheremo in ogni modo di accontentarlo”.

Antonello ha una sua pagina facebook , nella quale propone al mondo le sue opere, i suoi pensieri e le sue speranze per il domani.

 

 

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2017-12-29

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