Avv. Luisa Giua Marassi

L’intervista a Luisa Giua Marassi

Nella nostra città esistono donne che con il loro lavoro e impegno sociale rendono più sicura, inclusiva e sana Cagliari, la capitale del Mediterraneo.

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Oggi presento ai lettori del nostro giornale Luisa Giua Marassi, classe 1970, avvocato, iscritta all’albo degli avvocati del Foro di Cagliari dal 1999. Dirige il suo studio legale dal 2002, è Cassazionista, specializzata nel diritto amministrativo, nel diritto civile e nella assistenza a enti pubblici e imprese.

Dal 2019 la professionista Luisa Giua Marassi è socia del Rotary Club Cagliari Nord, Associazione tra professionisti e imprenditori avente scopi di solidarietà sociale e di service, dove ha svolto e svolge diversi ruoli: nell’anno 2021-2022 ha ricoperto la carica di Prefetto. Nell’anno 2022-2023 in corso, quella di Presidente della Commissione Nuove Generazioni e Responsabile della Comunicazione. Nel Distretto 2080 (Lazio Roma Sardegna), è componente della Commissione Eventi Sportivi e della Commissione DEI (Diversity Equality and Inclusion) e Presidente della Sottocommissione “Diversità di genere”.

Nell’anno 2023-2024 ricoprirà il ruolo di Segretario e ancora di Responsabile della Comunicazione.

Appassionata da sempre di sport è oggi un’atleta non professionista nella disciplina del Triathlon e del Ciclismo.

Dal suo particolare osservatorio, come avvocato, come vede lo sviluppo attuale delle imprese cagliaritane e sarde? Quali suggerimenti può offrire a chi gestisce un’impresa o intende aprirne una?

Risposta:

Non sono un’imprenditrice pura, sono un avvocato-imprenditore che ha imparato a gestire l’impresa in maniera autodidatta. Al Liceo e alla Facoltà di Giurisprudenza non ho fatto alcuno studio di economia, marketing o gestione aziendale. Posso dire che oggi è indispensabile che le persone, TUTTE, qualunque mestiere facciano, studino queste materie, per poter gestire le proprie finanze personali, ma anche la propria attività lavorativa o imprenditoriale. Ciò porterebbe a capire fin da subito come orientare le proprie scelte e individuare gli investimenti utili e le migliori strategie aziendali.

E’ estremamente difficile fare il bravo professionista e nello stesso tempo far quadrare il bilancio e cercare di migliorare in tutti i modi la propria azienda.

Come avvocato posso dire che ho fatto una scelta imprenditoriale importante, dando allo studio un’impostazione moderna e proiettata all’espansione e alla formazione dei giovani. Dopo la pandemia però tutto è cambiato e quella scelta è sembrata sbagliata (per intenderci, oggi sta meglio chi ha una struttura snella o addirittura non ha struttura): avremmo potuto dare lavoro al doppio delle persone, invece abbiamo dovuto stringere i ranghi.

Voglio però dare un messaggio positivo ai giovani e a chi legge e dire che non bisogna farsi scoraggiare dalle difficoltà – accesso al credito, imposizione fiscale, costo del lavoro – anzi, occorre avere ancora più coraggio e investire proprio in un’attività imprenditoriale, trovando mille stratagemmi per avere successo. Sono convinta che la nostra Terra offra oggi opportunità incredibili di espansione e di ricchezza per tutti: il paesaggio naturalistico, il clima, il patrimonio storico e artistico, la produzione alimentare e le nostre capacità intellettuali e pratiche possono generare infinito benessere per le generazioni future.

La Sardegna è appena all’inizio in tantissime cose: io penso soprattutto al turismo sportivo, a quello culturale ma anche eno-gastronomico, alla creazione di centri scientifici e poli universitari, ma anche di residenze per anziani autosufficienti che arrivino da tutta l’Europa.

I giovani non pensino solo a come lasciare l’Isola, ma anche a come risollevare le sorti di questa bellissima terra.

Sabato 15 Aprile ultimo scorso, come membro del Rotary, ha organizzato un convegno dal titolo: #wehaveadream: zero vittime sulla strada”, presso l’Aula magna del Tribunale di Cagliari, sulla sicurezza in strada per ciclisti, runner e pedoni. Una questione che preoccupa molto tutti noi. Di cosa si è dibattuto in questo convegno? Quali strategie avete individuato per la sicurezza dei cittadini sulle nostre strade?

Risposta:

Il Rotary segue tantissimi progetti, tra questi ci è stato chiesto di occuparci del Progetto dell’Unione Europea delle zero vittime sulla strada entro il 2050, un progetto che si rivolge principalmente all’utente debole della strada (ciclista, runner e pedone) ma che riguarda TUTTI.

I numeri ci dicono che sono circa 3.000 le vittime di incidenti stradali ogni anno, con circa 200.000 feriti, molti dei quali rimangono invalidi e gravemente invalidi a vita (dato dell’Italia nel 2021): praticamente una strage.

Alla luce di questi dati disastrosi, col mio Club (il Cagliari Nord) abbiamo deciso di fare tutto quanto in nostro potere per contribuire a rendere le nostre strade più vivibili e sicure per tutti.

Per realizzare il progetto, abbiamo pensato a tre linee direttrici: sensibilizzazione, cambiamento ed educazione.

La prima strada dunque è quella di informare e divulgare, iniziando dalle scuole ma interessando tutta la società civile: avvocati, magistrati, amministratori, politici. Da qui l’organizzazione di convegni con l’Ordine degli Avvocati e altre associazioni, in cui si parla del tema sotto il profilo giuridico ma anche “politico” in senso lato.

La seconda è quella delle proposte di modifica legislativa (distanza di 1,5 metri per il sorpasso di un ciclista; ma anche limite di 30 km/h nei centri cittadini e nelle zone residenziali), e della richiesta di politiche attive che valorizzino l’ambiente e l’uso di mezzi alternativi alla macchina.

La terza è quella della promozione di percorsi formativi rivolti ai ragazzi “under 18”, attraverso piattaforme di didattica digitale, contest e concorsi di idee, corsi di guida sicura della bicicletta, lezioni di cultura stradale e del rispetto, creazione di contenuti mediali per la veicolazione del progetto.

Insomma vogliamo guidare una vera e propria rivoluzione culturale.

Le donne, anche con la recente carica di Giorgia Meloni a Presidente del Consiglio, non sono mai state tanto al centro dell’attenzione come in questo anno sulla questione della parità di genere, ma anche sulla violenza considerato l’alto numero dei femminicidi. Quali progetti ha in mente o ha già predisposto per proseguire in quest’opera di liberazione della donna dai pregiudizi culturali che le impediscono una completa parità di genere?

Risposta:

Ho iniziato a occuparmi di violenza contro le donne, oltre che per lavoro, quando sono stata chiamata a dirigere la sottocommissione “gender” del Distretto 2080 del Rotary International. Mi sono subito accorta che occorre anche in questo caso un’importante opera di sensibilizzazione e divulgazione.

Col Rotary abbiamo iniziato per la prima volta quest’anno a ricordare il 27 novembre (giornata mondiale istituita dalle Nazioni Unite per l’eliminazione della violenza contro le donne), e ho pensato di organizzare una ciclopedalata per le strade della città grazie al supporto della mia squadra di ciclismo (la Team Bike Academy) e delle Forze dell’ordine.

Volevo che tutti al nostro passaggio si fermassero per un attimo ad ammirare le nostre bellissime magliette fucsia con la scritta “#rideforwomen” e dedicassero un momento di riflessione a questa tragica tematica. 120 donne uccise in Italia nel 2022: anche in questo caso una strage; donne peraltro (e questo è il dato più allarmante) che appartengono a qualunque condizione economica e sociale, quindi non solo a contesti disagiati. Da qui sono nati già diversi dibattiti e conferenze all’interno del Rotary, che annovera la risoluzione di questo problema tra le proprie mission principali. Abbiamo raccolto fondi per una Associazione di volontarie che gestisce i centri antiviolenza, ma soprattutto – attraverso la bicicletta – abbiamo voluto dare alle donne, a TUTTE le donne, un messaggio di libertà e di coraggio.

Oggi la libertà e la liberazione della donna nasce principalmente dalla cultura del rispetto, che dobbiamo avere noi donne prima di tutto per noi stesse, e ancora di più dalla indipendenza economica, per la quale mi batto in tutte le sedi dalla tenere età.

Infatti una delle forme più subdole di violenza domestica è proprio quella economica che molte donne devono subire perchè dipendono dal proprio marito o compagno. Questa è la cosa fondamentale che dovrebbero tenere presenti tutte le giovani donne: studiare e lavorare per essere LIBERE.

Ho letto che lo sport è parte integrante della sua vita, vuole raccontare ai nostri lettori che cosa è: “TRIMARASSI” ?

Risposta:

TRIMARASSI è un progetto in cui credo molto. E’ nato quando ho compiuto 50 anni e per non fare la solita festa ho invitato i miei amici sportivi a fare una gara di triathlon sulla distanza di 50 kilometri, con tanto di classifiche e premi per tutti. E’ stato molto divertente ed è diventato un progetto che ha ad oggetto lo sport, principalmente il triathlon (e dunque il nuoto, il ciclismo e la corsa), e tutto ciò che ruota attorno a questa meravigliosa realtà.

Il triathlon l’ho scoperto a 47 anni, me ne sono innamorata e ho iniziato a praticarlo imparando per la prima volta a nuotare a quell’età. Ora è diventato una passione imprescindibile, uno stile di vita, anche una disciplina, ma soprattutto un modo bellissimo di stare insieme a tanti amici, all’aria aperta, praticando sport e divertendosi. Per ora ho creato il marchio col cognome della mia bisnonna (di ferro), una mini linea di abbigliamento, un profilo social (@tri.50kmarassi) e ho diverse iniziative in cantiere (allenamenti, gare ed eventi di sport e amicizia). Il tutto finalizzato a far comprendere che “nulla è impossibile”: chiunque può iniziare a fare sport a qualunque età, coi suoi mezzi e coi suoi tempi. L’importante è crederci e non scoraggiarsi mai.

Come vede complessivamente la nostra città e la Sardegna rispetto al futuro? So che anche lei è madre di una figlia adolescente. Stiamo andando avanti o siamo fermi nello sviluppo economico e culturale? Su cosa noi tutti dovremmo porre l’attenzione per lasciare ai nostri figli una realtà con meno disagi rispetto al nostro tempo?

Risposta:

Avere una figlia ora adolescente mi ha portato ha impegnarmi ancora di più per costruire progetti e lasciarne a lei l’eredità, non tanto economica quanto spirituale: costruire, trasmettere e tramandare. Non possiamo solo consumare, dobbiamo anche restituire ciò che ci è stato dato, progettando e lasciando un nostro segno, per quanto piccolo, nel mondo, specialmente se si hanno figli.

Credo che i ragazzi, più di tutto, apprendano dall’esempio: per questo è importante dimostrare con la propria vita l’impegno, la dedizione, il coraggio, la libertà, il rispetto: sono tutti valori che si insegnano con le azioni concrete di tutti i giorni, e non con le parole, facendo anche molta autocritica e correggendo i nostri innumerevoli errori.

Se guardo oggi la nostra città e la nostra Isola, pur migliorate tantissimo rispetto al passato, provo un sentimento di delusione, di stanchezza e, talvolta, anche di disperazione perché abbiamo da affrontare sempre gli stessi, antichi, problemi, aggravati dai nuovi e da una generale incapacità politica di reperire le soluzioni.

Di fronte a questo panorama, anche noi cittadini abbiamo le nostre colpe, con un atteggiamento di costante critica, ma anche di lassismo e di opportunismo.

Credo però che il cambiamento debba partire prima di tutto da noi stessi, dall’educazione, anche civica, dal rispetto delle regole e dalla voglia di impegnarsi concretamente.

A tale riguardo col collega Giovanni Dore, stufi delle sterili lamentele della nostra generazione, abbiamo deciso di impegnarci in prima persona e abbiamo messo su un’associazione di un centinaio di persone che hanno voglia di sviluppare un pensiero critico, di confrontarsi sui temi più importanti e di portare proposte concrete che possano migliorare la nostra città e l’intera Isola.

L’associazione si chiama “Cagliari è anche mia” e attraverso il profilo Fb e Ig può aderirvi chiunque abbia voglia di portare un suo contributo.

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2023-04-24
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