Il cappuccio in testa e la Sardegna nel cuore: Sardochino

Un profilo facebook ed uno instagram, seguito da wallart magazine e banksy magazine, il quale ha definito il suo dipinto “Dea Madre” come “banksylicious”. Il pagliaccio “ITta è?” è rimbalzato sui social di tutta la Sardegna per settimane. Parliamo di Sardochino, un artista emergente nel panorama dell’arte isolana. Si definisce un artista di strada, un appassionato ed un entusiasta. E’ sicuro che l’arte possa essere anche veicolo di messaggi importanti, ed alcuni dei suoi lavori sono dedicati a temi relativi al sociale.

Sardochino, da dove vieni?

Da nessuna parte, sono nato nel mondo.

Nei tuoi lavori sono presenti tanti elementi della cultura sarda. Come mai questa scelta stilistica?

Sono rimasto affascinato da questa cultura millenaria, da una terra antica che conserva una storia ancora misteriosa. Per rappresentarla uso quasi sempre il rosso e il nero, colori che ritengo le siano propri più di qualunque altro.I suoi simboli comunicano forza, come i giganti di Mont’e Prama, e la sfida contro la paura, come l’immagine del mamuthones che utilizzo spesso.

Sembra esserci un legame particolare fra te e la maschera del mamuthones. E’ così?

In effetti si. Disegno spesso questa figura perchè la sento vicina. Rappresenta la paura esorcizzata, affrontata, quella che molto spesso nel corso della vita ho trovato dritta di fronte a me. In fin dei conti il mamuthones è un uomo, che indossando una maschera ed un’armatura speciale affronta il terrore terrorizzandolo a sua volta. Lo trovo un concetto molto forte.

C’è chi ti ha criticato, sostenendo che tu abbia usato impropriamente simboli e linguaggio che non ti appartengono. Cosa rispondi?

Nel corso della storia l’arte è sempre stata veicolo di contaminazione, di scambio e di crescita. Contaminare non significa deturpare, scambiare non è sinonimo di rubare. Mi avvicino con rispetto e amore alla cultura sarda, facendola un pò mia, legandola a volte con elementi che richiamano le mie origini.

Quali sono questi elementi?

Uno è sicuramente la mano di fatima, che ho riprodotto in alcune opere, e poi c’è il cammello, animale intelligente e molto paziente. E’ la pazienza che auguro a tutti coloro che arrivano in questa meravigliosa terra, generosa quanto aspra, accogliente quanto dura. La pazienza e la comprensione sono la chiave della ricchezza.

A quali opere sei maggiormente legato?

Nessuna in particolare, ognuna ha un suo percorso, un suo vissuto ed è stata ispirata da uno stimolo differente. Il mio pensiero, durante la realizzazione di un’opera, va già alla prossima, e le idee vengono da se.

Dove possiamo trovare le tue opere?

In giro per Cagliari e hinterland. Spesso lascio i miei disegni in un punto della città, ed organizzo una caccia al tesoro sui social. E’ divertente, ed a chi mi segue piace l’avventura della ricerca. Per quanto riguarda me amo pensare alla gioia ed alla sopresa di trovare per caso, in una via inaspettata, uno dei miei lavoro. Penso a chi lo prenderà con se, a quale posto occuperà nella sua casa, e immagino il contesto ambientale nel quale verrà inserito. Sui social potete trovarmi sul profilo facebook 

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2017-12-14

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