20 anni dal maremoto nell'Oceano Indiano

Il 26 dicembre 2004, ad ovest dell’isola di Sumatra (Indonesia), si consumò una delle più devastanti catastrofi naturali della storia contemporanea.

Verso le 7:58 locali, un violento terremoto, di magnitudo di 9.1-9.3, provocò un maremoto, che causò danni irreparabili: ben 230mila morti, 500mila feriti, 20mila e tra i 3 e 5 milioni di sfollati.

Tra le nazioni coinvolte direttamente, ci furono, oltre alla stessa Indonesia, l’India, la Malesia, lo Sri Lanka e il Bangladesh. Il disastro colpì anche diverse nazioni dell’Europa (tra cui la Svezia, la Germania, la Francia e l’Italia), il Canada e gli Stati Uniti, dato che diversi cittadini di quelle rispettive nazioni si trovavano nelle zone dove è avvenuta la calamità.

Successivamente al disastro, venne deciso di creare un centro d’allerta che permettesse di avvisare in tempo i cittadini delle regioni vicine all’Oceano Indiano: l’accordo fu preso in una conferenza stampa organizzata dalle Nazioni Unite nel gennaio 2005 a Kobe (Giappone).

Numerose furono anche le donazioni provenienti da tutto il mondo (non solo dai singoli stati, ma anche da diverse organizzazioni non organizzative e numerose aziende private): un miliardo e mezzo fu la cifra raccolta.

In diversi modi si è cercato di metabolizzare, attraversi i diversi media artistici (cinema, letteratura, musica) questo tragico avvenimento: uno degli esempi più emblematici fu il film “The Impossible” (2012) diretto da Juan Antonio Bayona e con protagonista Naomi Watts, che interpreta Marìa Belòn, cittadina spagnola che si trovava in vacanza in Thailandia con il marito e i suoi tre figli in quel nefasto giorno.

Nel documentario disponibile sul canale Youtube di “Investigations et Enquetes” si possono sentire le testimonianze di chi, tra i cittadini francesi, è riuscito a sopravvivere a quella catastrofe: quello che alcuni testimoni ricordano come un paradiso terrestre è stato spazzato via in un lampo.

https://www.youtube.com/watch?v=FQ_wVCtsnoY