LA SCOMPARSA DI QUINO, IL PAPÀ DI MAFALDA

“Fermate il mondo, voglio scendere” è stata forse la frase più famosa del personaggio del noto disegnatore scomparso a 88 anni che divenne anche uno slogan pubblicitario.

Mafalda, la ragazzina contestatrice era uno dei personaggi più amati e famosi degli anni ’70. In bianco e nero o a colori, Quino le faceva dire le battute fulminanti, sarcastiche, vere.

Era nata come personaggio per una pubblicità per elettrodomestici ma non ebbe fortuna. Ripescata poco tempo dopo ebbe un grande successo. Tradotta in italiano, scoperta da Umberto Eco, Mafalda è diventata il simbolo contro i soprusi.

Contraria alla guerra in Vietnam e alla minestra, Mafalda è anche ecologista, celebre la vignetta dove si preoccupa per la salute del mappamondo che impersona la Terra; Mafalda è femminista, si ribella alla visione della donna relegata a un ruolo di madre; Mafalda è pacifista, diventa una bandiera per molti ragazzi che vivevano sotto regimi autoritari e vedevano in lei una paladina dei loro sogni di libertà e giustizia.

È morto a 88 anni Joaquin Salvador Lavado, in arte Quino, il celebre fumettista argentino creatore delle strisce di Mafalda è morto a Mendoza, la sua città natale, dove si era ritirato nel 2017, dopo aver lasciato Buenos Aires in seguito alla morte della moglie. Il fumettista soffriva da anni di problemi di salute ma aveva continuato a seguire mostre e omaggi dedicati alla sua opera.

Figlio di immigrati spagnoli, di fede repubblicana e anticlericale, Quino era già chiamato così in famiglia per distinguerlo dallo zio Joaquin Tejon, pittore e grafico che gli insegnò i rudimenti del mestiere, che consentiranno al giovane artista di pubblicare le prime vignette satiriche nel 1954, all'età di 22 anni, sul settimanale 'Esto Es'. I suoi lavori riscuotono subito successo e vengono ospitati da numerosi periodici. Quino riesce quindi presto a fare della sua passione un mestiere e nel 1960 si sposa con Alicia Colombo.

 

Il successo di Mafalda è enorme, prima in America Latina e poi in Europa. Le prime strisce vengono pubblicate in Spagna nel 1970, quando Francisco Franco era ancora vivo. Mafalda viene tradotta persino in Cina. La censura, per lo più, lascia correre, sebbene durante il regime dei generali il governo argentino avrebbe costretto gli editori a etichettare le strisce come materiale per adulti.

Se Mafalda è famosa per non saper tenere la bocca chiusa di fronte ai soprusi, la grande specialità di Quino erano però le vignette mute, caratterizzate da uno spirito surrealista che sapeva essere allo stesso tempo cinico e gentile. I protagonisti sono spesso i deboli e gli sconfitti; bambini, travet e artisti sfortunati alle prese con le prepotenze di burocrati indifferenti e militari brutali, rappresentazioni tutt'altro che astratte delle autorità che in quei decenni opprimevano in larga parte del continente sudamericano cittadini che potevano trovare un momento di conforto e riscatto in quei disegni senza parole, dove il mutismo dei personaggi esprimeva sia l'impotenza degli ultimi che l'ottusità del potere che li angariava.

Ecco alcune delle celebri frasi di Mafalda:

– A voi non capita mai di sentirvi un po’… indefiniti?
– Con il fascino potete cavarvela un quarto d’ora. Poi è meglio che sappiate qualcosa.
– Curioso, chiudi gli occhi e il mondo scompare!
– E non sarà che a questo mondo c’è sempre più gente e sempre meno persone?
– E tirar fuori qualche volta l’intelligenza, come le gambe, per sgranchirla?
– Fermate il mondo… voglio scendere!
– I miei sogni sono ribelli, non ci vogliono stare nel cassetto.
– I verbi, signora maestra? Il passato lo hanno riscritto; il presente è una lotteria e il – futuro ce l’hanno fregato.
– Il cuore ha le sue ragioni e il fegato le conosce tutte.
– Il guaio della grande famiglia umana è che tutti vogliono essere il padre.
– Io direi che… ma meglio non sfiorare l’argomento, vero?
– Ma perché con tanti mondi più evoluti, io sono dovuta nascere proprio in questo?
– Ma perché la vita che uno si guadagna deve spenderla a lavorare per guadagnarsi la vita?
– Mah! Taglia qua, taglia là, chissà che abito si sta cucendo, mentre noi restiamo in mutande.
– Non c’è niente di peggio che avere rabbia e ragione.
– Non è che non ci sia la bontà: c’è, ma in incognito!

– Non mi è chiaro se in questa vita sto pagando i debiti di quella precedente o sto versando un anticipo per la prossima.
– Non voglio avere rimpianti nella vita. Non voglio guardami indietro un giorno e dire: «Avrei potuto mangiarla quella fetta di torta!».
– Non vorrei suscitare troppa invidia, amiche, ma mi vanno ancora bene gli orecchini di quando avevo 18 anni!
– Oggi mi sento una pacifista in guerra contro chi non vuole la pace.
– Perdo parecchie cose senza accorgermene: possibile che non succeda mai che perda anche un paio di chili?
– Poiché non riusciamo ad amarci gli uni con gli altri, perché non proviamo ad amarci gli altri con gli uni?
– Quando ho imparato le risposte, mi cambiano tutte le domande.
– Troppe volte l’urgente non lascia tempo per l’importante.
– Volontariato vuol dire che «gli altri» siamo «noi tutti» e che dentro questo «noi tutti» ci sei anche tu. Insomma: che tu sei tutti e tutti siamo te.

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2020-10-08

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