MEDITERRANEO MARE DI METICCIATO E FRONTIERA DI PACE

A Cagliari celebrata la Giornata mondiale del migrante e del rifugiato del 26/27 novembre con un convegno molto partecipato coorganizzato da Caritas diocesana dell´Arcidiocesi di Cagliari, Fondazione Migrantes, Unione cattolica della stampa italiana e Ordine dei giornalisti della Sardegna.

Il brutto tempo non spaventa gli organizzatori del convegno che era previsto all’aperto al Centro culturale Il Lazzaretto di Cagliari. Si ripiega nell’ampio salone che non basta anche a causa delle ormai note regole tese a limitare la pandemia. Il colpo d’occhio è piacevole e colorato. Oltre ai colleghi giornalisti che partecipano al corso di formazione professionale in una materia di stretta attualità, sono presenti diversi prelati e migranti.

Francesco Birocchi, presidente dell’Ordine dei giornalisti della Sardegna, coordina il dibattito ed è difficile per il giornalista non ricordare i recenti fatti di cronaca: la nave Alan Kurdi, che prende il nome dal piccolo migrante spiaggiato che ha commosso il mondo, carica di migranti che in gran parte andranno in altri paesi europei, attraccata a Olbia e non a Arbatax a causa del maltempo.

L’Arcivescovo di Cagliari mons. Giuseppe Baturi saluta i presenti e introduce il tema. Viviana Lantini, assessora ai Servizi sociali del Comune di Cagliari, porta i saluti del sindaco Paolo Truzzu e interviene raccontando una sua esperienza da medico e di primo contatto con migranti giunti in seguito a sbarchi in Sardegna. Paola Dessì, viceprefetto, porta i saluti del prefetto di Cagliari Gianfranco Tomao. Discreta la presenza di padre Stefano Messina, dell’Ufficio Migrantes della Diocesi di Cagliari e di mons. Marco Lai della Caritas diocesana che non intervengono direttamente al dibattito ma si aggirano per la sala affinché tutto vada per il meglio.

L’intervento in collegamento da remoto di Oliviero Forti, Caritas Italia, è molto atteso. Uno dei maggiori esperti sul problema delle migrazioni. La sua relazione, Immigrazione e Mediterraneo, oltre la crisi. Per prima cosa distingue i termini immigrazione da migrazione. La prima può essere controllata, gestita, favorita, regolata. La seconda no. Può essere violenta o pacifica. Ma è come un evento climatico. Al quale bisogna arrivare preparati.

Mons. Francesco Cacucci, arcivescovo di Bari, è in sala e anche il suo intervento è molto apprezzato. E’ stato il promotore dell'incontro che si è svolto nel febbraio scorso a Bari alla presenza del Papa e al quale hanno partecipato  58 vescovi cattolici di 20 Paesi che si affacciano nel Mediterraneo. E' stato Papa Francesco, in quell'occasione a definire il Mare Nostrum “il mare del meticciato, culturalmente sempre aperto all'incontro, al dialogo e alla reciproca inculturazione”. Espone la sua relazione Mediterraneo frontiera di pace. Lamenta il fatto che non si conosca molto bene la realtà. Lo dice per i comuni cittadini ma lo sostiene anche per i prelati. Si chiede a cosa sia dovuta la migrazione dalla Tunisia, vera novità dell’ultimo anno. E, complice la sua provenienza da una regione che si protende ad Est, racconta anche quanto succede nei Balcani e la diversa percezione che si ha nei vari stati riguardo il difficile fenomeno. I due relatori sono concordi sul fatto che il fenomeno migratorio non debba essere gestito in emergenza.

L’incontro si chiude con la preghiera in memoria delle vittime nel Mare Mediterraneo, la benedizione dell’arcivescovo di Cagliari e il lancio di una corona di fiori in mare. Un mare agitato e increspato dal vento che sferza quell’angolo di Sant’Elia. Radio Kalaritana e Il Portico sono stati i principali media partner dell’evento.

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2020-09-27

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