TORNA IN SARDEGNA ‘IL LAGO DEI CIGNI’

Al Teatro Lirico di Cagliari uno dei più famosi balletti di sempre.

Al Teatro Lirico di Cagliari uno dei più famosi balletti di sempre.

Il pubblico è entusiasta. “Mi è piaciuto moltissimo il balletto musicato da Pëtr Il’ič Čajkovskij”. “Sembrava di essere dentro la scena, in mezzo ai danzatori, tutti bravissimi”. “Ho visto ‘Il Lago dei Cigni’ trent’anni fa a Mosca, al Teatro Bol’šoj, un’emozione fantastica. Ma rivederlo nella mia Città non è certo da meno. Bravi. Complimenti al Teatro Lirico di Cagliari che ci ha portato uno dei più famosi balletti del XIX secolo”. Questi alcuni dei commenti che abbiamo registrato all’uscita dello spettacolo.

La storia la conoscete tutti. La trama del balletto, modellata su diverse fiabe popolari russe e tedesche, si svolge in Germania e narra la triste storia d’amore tra il Principe Siegfried e la bella Principessa Odette, trasformata in cigno da un maleficio del perfido stregone Rothbart. E’ la storia d’amore più nota del balletto classico dove il trionfo del bene sul male viene espresso dal contrasto tra la purezza del Cigno Bianco e l’oscurità del Cigno Nero. Odette, costretta a rimanere un cigno per l’eternità, decide di suicidarsi gettandosi da una rupe. Siegfried in seguito decide di fare lo stesso. Questo atto di sacrificio e di amore sconfigge il potere di Rothbart. Infine al sorgere dell’alba le anime dei due amanti si riuniscono in un’Apoteosi celeste.

Esistono molte versioni del balletto che fu composto tra l’agosto 1875 e l’aprile 1876, ma in genere viene rappresentato in quattro atti e quattro scene. Il Lago dei Cigni è considerato l’icona dei balletti classici ottocenteschi: è una storia d’amore, di tradimento e trionfo del bene sul male. Pieno di romanticismo e bellezza, da più di un secolo questo balletto delizia il pubblico di tutto il mondo.

Il cigno nelle favole è un simbolo di purezza, innocenza, saggezza, solitudine, ma anche di morte. La morte del Cigno divenne così l’emblema del nuovo balletto russo. Era una combinazione di tecnica ed espressività che coinvolgeva tutto il corpo, non solo gli arti, un esempio di come la danza poteva soddisfare non solo l’aspetto visivo, ma penetrare anche nell’anima, generando emozioni e immaginazione.

Dal 3 all’8 ottobre, al Teatro Lirico di Cagliari, Il Lago dei Cigni ha fatto registrare il tutto esaurito grazie anche agli interpreti: il Corpo di Ballo del Teatro alla Scala e l’Orchestra del Teatro Lirico di Cagliari che è stata diretta da Kevin Rhodes. La versione coreografica e musicale del balletto di Čajkovskij presentata a Cagliari è firmata da Rudolf Nureyev (1938-1993), celeberrima étoile internazionale, ed è nota per la rilettura del personaggio di Siegfried, qui melanconico principe romantico. Scrive Rudolf Nureyev: “Il lago dei cigni è per me un lungo sogno del principe che, nutrito di letture romantiche che hanno esaltato il suo desiderio di infinito, rifiuta la realtà del potere e del matrimonio che gli impongono la madre e il precettore. È lui, quindi, che, per sfuggire al malinconico destino che gli si prepara, fa entrare nella sua vita la visione del lago. Nella sua mente nasce un amore idealizzato e la proibizione che esso comporta: di qui il cigno nero e Rothbart, figure speculari, trasposizioni negative del cigno bianco e del precettore. Quando il sogno svanisce la ragione del principe non potrà sopravvivere”.

I due primi ballerini Nicoletta Manni (Odette/Odile) e Timofej Andrijashenko (Principe Siegfried), sono coppia sulla scena e nella vita. Nel periodo del covid hanno potuto esercitarsi rispetto a tanti altri loro colleghi proprio perché coabitanti sotto lo stesso tetto. Inoltre, bisogna sottolineare anche il loro impegno per gli altri: hanno proseguito l’esempio di Carla Fracci e sono diventati i nuovi testimonial della Fondazione Italiana per la Ricerca sull’Artrite (FIRA), patologia che colpisce molti danzatori.

Vincenzo Di Dino

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2023-12-08

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