A SESSANT’ANNI DALLA MORTE DI SUOR TERESA TAMBELLI

Il 23 febbraio 60.mo anniversario della morte della Serva di Dio, suor Teresa Tambelli.

La Messa solenne per il sessantesimo anniversario della morte della Serva di Dio suor Teresa Tambelli, sarà celebrata da Mons. Baturi domenica alle ore 11 all’Asilo della Marina.

Domenica 25 febbraio l’Arcivescovo Mons. Giuseppe Baturi ricorderà l’evento con una Messa solenne (ore 11) nell’Asilo della Marina. La celebrazione avviene mentre è in corso la causa di beatificazione della Figlia della Carità che per quasi 40 anni (1925-1964) è stata superiora dell’Istituto di via Baylle. E’, infatti, imminente la riunione della “plenaria” di vescovi e cardinali che dovrà esprimersi sulla fama di santità e sulle virtù umane e cristiane eroicamente vissute da suor Teresa Tambelli. La relativa documentazione ha già superato positivamente il vaglio della Commissione storica e della Commissione teologica. Se, come sperano le Figlie della Carità, i Marianelli e le numerose ex alunne, la causa supererà anche il terzo grado di giudizio, il Papa dichiarerà “venerabile” la storica superiora dell’Asilo Marina. Con questo titolo potrà aprirsi il processo “cognizionale” su un eventuale presunto miracolo avvenuto per l’intercessione di suor Tambelli. «Ma per questo bisogna pregare molto», dice padre Giuseppe Guerra, che fino a oggi ha seguito tutto il processo aperto (6 novembre 2016) e chiuso (17 novembre 2019), nella fase diocesana a Cagliari, dall’arcivescovo mons. Arrigo Miglio.

Le opere di suor Tambelli nella “centrale della carità” 

Formata alla scuola della beata suor Giuseppina Nicoli, di cui è stata per 10 anni (1914-1924) principale collaboratrice, suor Tambelli (nata a Revere, provincia di Mantova, il 17 gennaio 1884) ne eredita tutti gli impegni e le iniziative: l’assistenza ai “Marianelli” (piccioccus de crobi) negli anni ’30 e ’40 del secolo scorso e alle “zitine” l’associazione delle domestiche, ma soprattutto la vicinanza ai poveri. 

L’asilo della Marina diventa per mezzo secolo una vera “centrale della carità”, una “fabbrica di solidarietà” diretta da suor Tambelli, dove operavano decine di giovani, “damine” e “signore” che in compagnia delle suore visitavano i poveri cui assicuravano assistenza spirituale e aiuto morale. Suor Tambelli ha dato il via a Cagliari ai “pranzi del povero”: 1500 persone bisognose riunite nelle aule dell’Asilo della Marina e nella chiesa di sant’Agostino. 

Una macchina educativa impressionante 

Impressionante la macchina educativa messa in piedi da suor Tambelli. Nel 1961, a tre anni dalla morte, nell’Asilo Marina funzionano 2 asili (200 bambini), 5 classi elementari (85 alunni), una scuola media (76 alunne), l’Istituto magistrale superiore (93 studentesse), 2 laboratori (cucito e ricamo) frequentato da 75 ragazze. 

“Si è spenta una fiaccola di carità” 

Il rito religioso, presieduto da mons. Baturi, si svolgerà nella Cappella dell’Immacolata dove il 23 febbraio 1964 la suora vincenziana, “mamma” adottiva dei “Marianelli”, partecipò all’ultima celebrazione eucaristica della sua vita. Rientrata nell’infermeria dell’Istituto, infatti, si accasciò tra le braccia di due consorelle: erano quasi le 9,30 della seconda domenica di quaresima. «Una fiaccola di carità si è spenta. Per i poveri, per Dio e le anime avrebbe posto all’incanto – scrive “Orientamenti”, settimanale della diocesi di Cagliari – quanto le sue mani potevano raggiungere. Era aperta a ogni iniziativa di carità, fosse la più difficile e perciò aveva il coraggio di proporla anche ad altri. Ora dorme il sonno dei giusti, ricordata da chi ancora soffre, ma ha gustato il balsamo della sua carità». 

Migliaia di fedeli al funerale 

I funerali furono un trionfo con la partecipazione di migliaia di persone. Ecco la cronaca riportata da una suora: «Tutta la città si è riversata in casa. Lunedì mattina abbiamo avuto messe consecutive e alle 10 messa solenne in parrocchia. Alle 8 mons. Arcivescovo ha assistito a tutta la Santa Messa di mons. Giuseppe Lepori e ha recitato forte il Rosario, inginocchiato accanto al feretro. Quando l’ho ringraziato – scrive suor Vincenza Martelli – monsignor Paolo Botto disse: “Non piangiamola, abbiamo un’altra santa in cielo!”. E mons. Lepori aggiunse: «Tre sono i nostri santi: Suor Nicoli, mons. Piovella e suor Teresa. Io l’ho sempre ritenuta come santa, fin da giovinetto, un carattere distinto dagli altri due, ma una vera Santa».

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2024-02-21

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