World Ocean Day 2023: Marevivo chiede di agire contro la plastica in mare.

L'associazione ambientalista Marevivo ha pubblicato un comunicato stampa nel quale chiede al governo di emanare urgentemente i decreti attuativi della legge Salvamare.


L’8 giugno era la Giornata Mondiale Degli Oceani (World Ocean Day) che celebra il mare in quanto “liquido amniotico del Pianeta”, cioè la principale fonte del nostro nutrimento e sostentamento e capacità di riproduzione. Senza vita nel mare, non può essercene neanche sui continenti. Tale giornata serve a sollecitare l’opinione pubblica sulla necessità di agire rapidamente per tutelare la salute del mare e, dunque, la nostra stessa sopravvivenza in quanto specie!
Se non si attueranno subito dei rimedi drastici all’inquinamento degli oceani causati dall’abuso della plastica e la sua immissione indiscriminata nell’ambiente, per poi, tramite i fiumi, arrivare fino al mare, la plastica potrebbe superare in termini di peso quello di tutti i pesci già entro il 2050. Così ha avvertito António Guterres, Segretario Generale delle Nazioni Unite, all’apertura dell’ultima Conferenza dell’Onu sugli Oceani svolta a Lisbona nel giugno del 2022. Questa previsione si sta già realizzando, come dimostrano le immagini che rappresentano la situazione catastrofica in cui versano intere aree dell’Oceano Pacifico dell’Oceano Atlantico e dell’Oceano Indiano. Da un lato, le conseguenze deleterie della pesca eccessiva (in inglese definita “overfishing“) che causa una diminuzione della fauna marina, con il rischio di estinzione di molte specie (ed anche di quelle non direttamente oggetto della pesca, ma coinvolte in essa per via del ricorso al metodo dello strascico), e dall’altro la formazione di vastissime agglomerazioni di rifiuti plastici formate dalle correnti marine nelle aree in cui queste convergono al centro dei principali bacini oceanici. Si crea così il fenomeno dei vortici di spazzatura, in inglese: “trash vortices”.


Il più impressionante è il “Pacific Trash Vortex”, anche denominato “Great Pacific Garbage Patch”, su cui rimando anche alla lettura di questo articolo di National Geopraghic.



I pescatori di tutto il mondo recuperano ogni giorno nelle loro reti più plastica che pesci, ma la situazione è talmente grave che ormai riguarda persino il metabolismo delle singole specie, compresa la nostra. Come sancisce il comunicato stampa di Marevivo: I microframmenti che vediamo a occhio nudo sono dispersi nelle acque o già ingeriti dagli stessi animali che poi portiamo sulle nostre tavole. La ricerca scientifica dimostra che la plastica, sotto forma di microplastiche, è entrata nella catena alimentare ed è presente nell’aria che respiriamo e nei cibi che mangiamo. Cos’altro stiamo aspettando per intervenire?

Oltre a Marevivo, anche altre associazioni ambientaliste (Alleanza delle Cooperative Italiane – Settore Pesca, Associazione Mediterranea Acquacoltori, Associazione La Grande Onda, AssoSub, CNR, Compagnia della Vela di Venezia, Fondazione Dohrn, Federazione Italiana Canoa Kayak, Lega Italiana Vela, Lega Navale Italiana, Mitilicoltori Basso Lazio, O.P. Mytilus Campaniae, O.P. Produzione Molluschi Regione Campania, Pescaturismo Regione Campania, Ricercatori Università Politecnica delle Marche e Sea Shepherd) chiedono al Governo di intervenire quanto prima possibile. La Legge Salvamare faticosamente ottenuta dopo ben 4 anni di battaglie, è stata approvata un anno fa, ma senza i decreti attuativi risulta lettera morta.

Non basta per risolvere questo stallo la buona volontà del Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste , il quale, insieme con il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, ha deliberato uno dei decreti attuativi con cui si istituisce un premio per i pescatori che non rigettano i rifiuti rimasti impigliati nelle loro reti, ma li portano a terra, per il loro riciclaggio. Infatti è indispensabile rinnovare la filiera per lo smaltimento e il riciclaggio dell’enorme quantità di materiale plastico recuperato dal mare. La legge “Salvamare” che consentirebbe ai pescatori di depositare nei porti la plastica recuperata con le reti, invece di ributtarla in mare, e di poter installare sistemi di raccolta di rifiuti alle foci dei fiumi, non è ancora attuabile. Giampaolo Buonfiglio, Presidente di AGCI Agrital denuncia che: Questo provvedimento è come l’“Incompiuta di Schubert”, con la differenza che, anche se incompiuta, la sinfonia di Schubert poteva essere suonata, mentre i pescatori così non potrebbero comunque portare i rifiuti a terra” .

L’80% dei rifiuti presenti negli oceani è costituito dalla plastica, e la sua diffusione non si limita alle acque superficiali, ma raggiunge anche i fondali marini. Il Mar Mediterraneo è inquinato con almeno 200.000 tonnellate di plastica all’anno, equivalenti al contenuto di 500 container al giorno.

Sappiamodichiara Rosalba Giugni, Presidente di Marevivo –che l’attuazione della legge non risolverà tutti i problemi complessi per la difesa del mare nè dell’inquinamento da plastica, ma rappresenta uno strumento concreto per ridurne la presenza in mare. Purtroppo le microplastiche sono ovunque: nella pioggia, nel sale e ne ingeriamo anche in grandi quantità. Le ultime scoperte scientifiche dimostrano che sono presenti anche nel nostro corpo, sono entrate nei tessuti della placenta delle donne, luogo sacro dove ha origine la vita, nel latte materno e persino nel liquido seminale. Non sappiamo ancora quali siano gli effetti sul corpo umano ma conosciamo quelli sugli animali. I biologi marini nei loro studi hanno rilevato anche una trasformazione del loro ciclo vitale, il cambio di sesso e l’infertilità. Altra conseguenza terribile è il ritrovamento di nanoplastiche negli occhi dei pesci, che è causa di cecità. E se succedesse anche agli uomini? Cosa dobbiamo ancora scoprire per capire che è giunto il tempo di cambiare rotta e di pensare che la salute del mare dipende dalla nostra e viceversa?


In conclusione, faccio presente che la legge italiana da sola non può affrontare un problema che è globale, di cui si occupa anche il WWF, ma se nessun paese fa qualcosa per rimediare al problema dell’inquinamento del mare coi rifiuti plastici, la situazione diventerà irreversibilmente compromessa, con l’estinzione di migliaia di specie marine e conseguenze devastanti per tutta la catena alimentare, anche di quella delle aree continentali. In mancanza di un ente politico sovrannazionale con poteri tali da agire anche sulle acque internazionali, quali sono in prevalenza quelle oceaniche, il problema dell’accumulo di plastica negli oceani è destinato a non essere mai risolto.

Per chi volesse ulteriori informazioni, può rivolgersi a questi riferimenti dell’associazione Marevivo

Madia Mauro: + 39 347 0492505 – madia.mauro@marevivo.it
https://www.linkedin.com/in/madia-mauro-123b8857/?originalSubdomain=it

Elisa Del Gobbo: +39 338 9845849 – ufficiostampa@marevivo.it
https://www.linkedin.com/in/elisa-del-gobbo-36b723115/

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2023-06-20

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