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TEMATICHE CONTROVERSE AL SALONE DEL LIBRO

In un luogo dedicato alla letteratura e all’accrescimento del sapere devono essere affrontati anche temi impellenti e problematici della nostra società.

Il Salone Internazionale del Libro di Torino non è solo un luogo dove è possibile comprare romanzi a prezzo ridotto o in anteprima, ma costituisce anche un’opportunità per partecipare a dibattiti e riflessioni su significative criticità affrontate dalla nostra società. E l’edizione 2023 del Salone ha confermato questa tendenza, proponendo convegni e conferenze su biodiversità, pluralismo culturale, amministrazione pubblica, giustizia e solidarietà, intelligenza artificiale, istruzione e molti altri argomenti. Di seguito sono approfonditi due incontri incentrati su tematiche molto attuali.

Il primo evento, intitolato “Fragili come uno specchio. Quando il cibo non ti rispecchia”, riguardava i disturbi alimentari, malattie ancora poco conosciute e spesso sottovalutate, sebbene causino più di tremila morti ogni anno. Nella concezione comune sono considerate dei “banali capricci”, mentre in realtà sono delle vere e proprie patologie metabolico-psichiatriche che hanno cause multifattoriali, in cui la malnutrizione incide non solo a livello fisico, ma anche a livello sociale (causando un allontanamento del paziente da tutte le situazioni di convivialità) e psicologico (la carenza di nutrienti comporta l’aumento dei comportamenti disfunzionali). La sensibilizzazione sull’argomento è molto importante, dal momento che si tratta di un problema sempre più diffuso (i casi sono in aumento dal 2005 e la pandemia di Covid-19 ha causato un ulteriore ampliamento del fenomeno) e dato che l’età di esordio si sta abbassando inesorabilmente (ne sono colpiti persino i bambini delle elementari). A ciò si aggiunge il malfunzionamento della sanità pubblica, che ad oggi conta poche strutture specializzate nella cura di queste malattie e un numero insufficiente di team multidisciplinari in confronto alle persone che avrebbero bisogno di aiuto. All’incontro, mediato da Marita Ballesio, erano presenti Giovanni Abbate Daga, Professore Associato di Psichiatria presso l’Università di Torino specializzato in disturbi alimentari, e Giuseppe Banderali, medico pediatra presso l’Ospedale San Paolo di Milano. Ha partecipato inoltre Fiorenza Sarzanini, vicedirettore del Corriere della Sera, in quanto autrice del libro “Affamati d’amore”, in cui racconta la sua diretta esperienza con l’anoressia, e del podcast “Specchio”, che raccoglie le esperienze di diversi ragazzi ricoverati nelle residenze per la cura dei disturbi alimentari. Infine, all’incontro è intervenuta Francesca Lazzari, appartenente alla Fondazione Fiocchetto Lilla e fondatrice di Così come sei, un’associazione dedita a sensibilizzare sul tema nelle scuole e ad aiutare le famiglie colpite da questa malattia.

Il secondo evento si è trattato di un dibattito sul cambiamento climatico svoltosi tra alcuni rappresentanti di Fridays for Future e Gaia Vince, autrice de Il secolo nomade. Come sopravvivere al disastro climatico. Il libro comprende una prima parte in cui vengono riportati dati e valori odierni legati all’ambiente, i quali non sono molto rassicuranti: le emissioni aumentano ogni anno, anche se di poco; ancora non si è riusciti a convincere i governi ad attuare politiche atte a fermare la crisi climatica; le poche risoluzioni che sono state prese finora hanno sortito effetti minimi. La seconda parte del testo però propone spunti di riflessione e proposte di azione, che tutti possiamo compiere a partire dalle nostre scelte e attività quotidiane. Nel libro, inoltre, Vince tenta di prevedere le conseguenze del cambiamento climatico e le strategie che potranno essere adottate per farvi fronte. Secondo la scrittrice sarà importante mantenere centrale la crescita economica, che però dovrà essere molto più sostenibile: questo compromesso si può raggiungere, da un lato, cercando di riciclare quanto più possibile i prodotti, dall’altro, eliminando i confini geopolitici in modo da favorire la migrazione verso le zone in cui è necessaria maggiore manodopera. Infatti, l’elemento caratterizzante dei prossimi decenni sarà proprio la migrazione, causata dalla mancanza di risorse in molti territori che diventeranno presto inabitabili. Prima di giungere a questo stato di cose, però, è ancora possibile agire: per questo gli attivisti di Fridays for Future scendono in piazza, scuotono e mobilitano l’opinione pubblica e tentano, per quanto possibile, di cambiare la comunicazione mediatica sul tema. Infatti è stato calcolato che i costi legati alla prevenzione costituiscono un ventesimo degli investimenti che invece si dovrebbero fare davanti ai cambiamenti ormai avvenuti. E per avvalorare questa teoria è stato citato il Protocollo di Montreal (1987), l’accordo internazionale che ha vietato l’utilizzo di sostanze chimiche che allargassero il buco dell’ozono: i costi dell’operazione sono stati minimi, mentre l’obiettivo è già stato in parte raggiunto.

Questi e gli altri incontri che si sono svolti al Salone Internazionale del Libro dimostrano quanto la comunicazione, la divulgazione e la sensibilizzazione siano fondamentali per costruire una società più consapevole delle criticità da affrontare e più partecipe nella ricerca delle soluzioni da attuare.

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2023-06-12

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