Marta D: questo è il titolo del singolo d’esordio di Evelina, definitasi lei stessa come “una nomade delle arti e dei paesaggi”, “una creatura fragile” che “danza liberata e leggera, fra gli specchi di questa fraintesa realtà”. Il primo brano di quello che viene definito come un progetto “anonimo e queer” è stato prodotto e arrangiato dal produttore discografico, ingegnere del suono e chitarrista bosniaco Mustafa Čengić, conosciuto con il soprannome di MuČe, fondatore del gruppo rock Zabranjeno Pušenje, molto conosciuto nell’ex Jugoslavia, che si è trasferito in Italia, più precisamente a Bologna, nella metà degli anni ‘90, dopo l’inizio della guerra civile nella ex Jugoslavia. Evelina ha deciso di collaborare con Čengić per realizzare una canzone che, fra intimismo e realismo, viene descritta come “il risultato e il racconto di una lotta”, nel quale le carezze e gli schiaffi combaciano, dove il tempo, nel frattempo, è sospeso tra passato e futuro, una lenta e distruttiva caduta in cui si possono percepire e sentire ricordi appannati e visioni chiare, sentimenti decadenti e autodistruttivi, attraverso situazioni tragiche e allo stesso tempo importanti nella vita di un individuo come la paura, l’ansia e le dipendenze. Allo stesso tempo, l’artista definisce il brano come una narrazione metaforica dove si possono notare sentimenti contrastanti, un atto di ribellione, un invito a uscire dal torpore e a essere sconsiderati, per ricordarci cosa e dove siamo.La cover del singolo fa parte di un progetto fotografico chiamato Eclissi, che è stato definito come “il risultato di un processo di deragliamento percettivo e culturale che interpreta la guerra al corpo-donna e all’anima-femmina” e che è stato realizzato dalla stessa Evelina e che vedrà la luce contemporaneamente all’uscita del disco; l’uscita in radio e sulle piattaforme di streaming musicale è prevista per venerdì 12 aprile.
2024-04-12