EDUCARE ALLA CONSAPEVOLEZZA DIGITALE

EDUCARE ALLA CONSAPEVOLEZZA DIGITALE

“Educare alla consapevolezza digitale” questo il titolo del dibattito avvenuto nella giornata  di sabato 22 gennaio 2022 presso l’Aula magna del Seminario arcivescovile di Cagliari

L’iniziativa, sviluppata grazie ad un prezioso lavoro di rete, aveva come scopo quello di contribuire ad arginare l’emergenza educativa, della quale a più riprese si è occupato anche il Papa.

All’evento hanno partecipato:

Monsignor Giulio Madeddu, Direttore Ufficio Comunicazioni Sociali, Diacono Ignazio Boi, Direttore Ufficio Pastorale Sociale e Lavoro, Luca Pisano, Psicologo psicoterapeuta, Direttore dell’Osservatorio Cybercrime Sardegna e del Master in Criminologia IFOS, Gesuina Cherchi, Psicologa psicoterapeuta, Coordinatrice dei Consultori familiari ASL Nuoro. Esperta in problematiche familiari e dell’età evolutiva, Andrea Pala, Presidente UCSI Sardegna, Giorgio Marras e Irene Urrai, Psicologi, sezione Educare al Digitale, bullismo e cyberbullismo IFOS, Osama Al Jamal, vicepresidente Società italiana di pediatria e il Monsignor Giuseppe Baturi, Arcivescovo di Cagliari e vicepresidente Cei.

Durante il dibattito si è parlato delle tante sfaccettature della tecnologia, dei giovani, degli adulti alle prese con questo nuovo mondo e i rischi che l’internet può portare all’interno della vita quotidiana. 

“Molti di noi non sanno come accompagnare i giovani perché non vivono le loro esperienze. C’è un gap tecnologico enorme tra noi e loro” afferma il Monsignor Giuseppe Baturi in apertura, “I social da un lato possono contribuire a promuovere sensibilizzare una coscienza comunitaria, la diretta streaming è un esempio, dare l’opportunità a persone che non possono essere presenti di partecipare. Dall’altra c’è il rischio di determinare un vero e proprio isolamento con i rischi che ne conseguono. Spero che da questo incontro possa scaturire un laboratorio permanente, che veda coinvolte le istituzioni, le associazioni, la chiesa, il terzo settore, le famiglie, i ragazzi che devono diventare protagonisti e i professionisti del settore in un’azione condivisa a favore dei giovani.” continua il Diacono Ignazio Boi nel suo intervento.

Osama Al Jamal si è visto molto preoccupato dello stato di salute dei giovani e sull’uso improprio della tecnologia affidata ai bambini da parte dei genitori: “Il focus sulla salute attualmente è cambiato rispetto al passato. Mettendo da parte la pandemia che ha scombussolato un po’ tutto, prima erano prevalenti le malattie acute ora i bisogni di salute sono legati di più a sofferenze e a patologie che riguardano lo stile di vita, sono aumentate le malattie croniche, le malattie del neuro sviluppo e quelle psicosociali. Sicuramente il ruolo dei pediatri può contribuire nella prevenzione e nell’educazione. Vi assicuro che ci sono bambini di 6 mesi che entrano in studio col telefonino o con gli auricolari Bluetooth. L’ultimo caso che mi è capitato di vedere mi ha spaventato incredibilmente: la reazione esagerata di un bambino di 8 mesi quando gli è stato tolto il cellulare dalle mani. Questi sono i fenomeni che dobbiamo combattere educando i genitori, rendendoli consapevoli di quelli che possono essere i danni legati a questa dipendenza”.

I due psicologi Giorgio Marras e Irene Urrai, nel loro intervento, hanno spiegato brillantemente tutti i social network con i loro pro e contro e ricordano come i social abbiano un limite d’età per registrarsi, spiegando anche come filtrare al meglio i contenuti nelle diverse applicazioni  per evitare che il ragazzo possa entrare in contatto con  contenuti non adatti.

Un punto cruciale del dibattito è stato la tematica del cyber bullismo, la privacy e la condivisione.

In merito a questi argomenti la dottoressa Marinella Ariu, con parole forti e decise esprime quello che sta accadendo: “”Nei social ormai si pubblicano foto sull’evoluzione della gravidanza, ecografie, le foto del pancione, successivamente le foto del neonato. È presente e diffusa la pratica di fare video o selfie in sala parto. Pubblicano foto del neonato mentre fa il bagno, mentre lo cambiano o giocano con lui o allattano. Un’altra cosa che secondo me è disdicevole è vedere nei punti nascita una madre che ha appena partorito che con un braccio tiene il bimbo e lo allatta e con l’altro chatta con il telefonino quando quel momento dovrebbe essere intimo. Un momento così forte e di tale importanza dal punto di vista emotivo in cui si cementa la relazione madre-bambino viene invece vissuto in modo distaccato e freddo perché è più importante chattare col telefonino.

Questo materiale rimane sul web, il figlio da adulto potrebbe non gradire perché non c’è richiesta di consenso e tutela della privacy. Questi contenuti possono essere utilizzati da cyber bulli, è giusto ricordare che condividere sui social in quale scuola va un bambino, che sport frequenta e quali sono le sue attività può portare anche chi ha cattive intenzioni ad avvicinarsi al ragazzo.”

Per approfondire gli argomenti e scoprire ciò che è stato detto durante la conferenza, la diretta registrata potrà essere recuperata nella Pagina Facebook dell’Ufficio comunicazioni sociali di Cagliari.

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2022-03-11

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