I SARDI HANNO RISPOSTO CON LE MATITE AI MANGANELLI

Alessandra Todde è la prima donna eletta Presidente della Regione Sardegna. Il “campo largo” (PD, M5S, Centrosinistra) ha superato al fotofinish la “destracentro” del sindaco di Cagliari Paolo Truzzu. Un sistema elettorale da modificare. Sconfitta di Renato Soru e Lucia Chessa. Le prime polemiche

LE INTERVISTE

Dopo una faticosa tre giorni passata al seggio (che considero un dovere civico) raggiungo la sala stampa di viale Trento. Qui vengo intervistato da Antonio Lai (https://fb.watch/qsBFVEs8Qq/) in attesa che vengano snocciolati i dati in uno stillicidio che dura ore. Sembra impossibile che al giorno d’oggi, con le comunicazioni che rimbalzano dai satelliti, con l’intelligenza artificiale che è in grado di produrre tomi articolati in pochi secondi, per raccogliere il voto di un milione e mezzo di persone (anzi meno, dal momento che i minori non votano e gli aventi diritto al voto lo esercitano al 50%) in 377 comuni, ci voglia un tempo così lungo.

Quindi una delle prime cose che spiego agli ascoltatori di Antonio è il sistema farraginoso che inizia da una scheda elettorale fatta male e che induce in confusione il cittadino elettore, costringendo gli operatori ai seggi a un lavoro supplementare di interpretazione, dal momento che gli esempi riportati nel manuale delle istruzioni non sono sufficienti, perché la realtà supera la fantasia.

Basterebbe tenere i simboli dei partiti a sinistra con le due righe per le preferenze di genere diverso e tenere sulla destra solo il nome e il cognome del candidato presidente, invece di rimettere tutti i simboli dei partiti che inducono in errore gli elettori. Andrebbe rispettata anche una maggior separatezza tra le coalizioni (quelle di Renato Soru e Lucia Chessa apparivano troppo ravvicinate quasi a sembrare una cosa unica).

C’è anche un problema di flusso di dati. I Comuni caricano i loro dati nei rispettivi siti e solo dopo i risultati affluiscono al sito regionale. Sono sicuro che gli informatici comunali e regionali saranno in grado di risolvere il problema in modo da registrare contemporaneamente i dati nei Comuni e in Regione.

Antonio Lai insiste nel chiedermi l’analisi del voto a poco più del 60% dei dati in una situazione di assoluta parità e io che non mi so sottrarre alle provocazioni, racconto di quella volta che in uno studio televisivo Antonio Di Pietro e Gianfranco Fini discuterono animatamente sull’interpretazione del risultato di un referendum votato al 90% di “Sì” ma che, solo dopo una lunga e accesa discussione, si comprese che non avrebbe raggiunto il quorum del 50% + 1, con grande disappunto dei due litiganti che avevano scoperto le loro carte per un quesito risultato non valido.

Azzardo comunque un’analisi del voto. Renato Soru e Lucia Chessa non raggiungendo la rappresentanza, per colpa di una legge elettorale a mio avviso da riformare in senso proporzionale e senza soglie di sbarramento, dimostrano di aver sbagliato strategia e forse avrebbero potuto accasarsi con uno dei due competitors (stante questa legge elettorale che penalizza la terza coalizione che non raggiunge il 10%) per non rendere vano il voto dei loro elettori. Per quanto riguarda invece Paolo Truzzu e Alessandra Todde, il primo, sindaco in carica, può recriminare su alcune scelte non comprese dagli elettori cagliaritani e forse sullo scarso gradimento della prova muscolare di presentarsi con tutti i leader dei partiti, cariche istituzionali comprese, calati da Roma, che hanno commesso l’errore di far diventare un’elezione locale, un test nazionale pro o contro il governo. La seconda paga forse la difficoltà di una parte dell’elettorato dei cinquestelle a stare insieme al PD e, viceversa, una parte dei democratici ad andare in coalizione con il M5S. Tuttavia sembra che questo sia l’unico modo per fare una seria opposizione al governo di destra. Hanno anche pesato i riflessi della politica nazionale sull’elettorato, compreso quello di centro e centrodestra che evidentemente non gradisce il premierato e l’autonomia differenziata. Il “cambio di cavallo” in corsa, cioè la prova muscolare tra la Meloni che voleva Truzzu e Salvini che voleva ricandidare Solinas, ha fatto il resto. Non ultimo, registro un campanilismo infantile, da superare senza dubbio alcuno, tra Sassari e Cagliari: non porta bene ai sindaci di quelle città che tentano il salto alla Presidenza della Regione. Infatti anche l’allora Sindaco di Cagliari Massimo Zedda perse cinque anni prima contro Christian Solinas.

La difficoltà dell’analisi del voto al 65% è data anche dal fatto di non sapere a quali sezioni fanno capo i voti scrutinati fino a quel momento. Infatti si sa, per esempio che a Cagliari prevale il centrosinistra, a Olbia il centrodestra. Non sapere quali sezioni non sono state ancora scrutinate, non aiuta l’analista politico, persistendo il testa a testa tra i due principali candidati. A prescindere dal risultato finale però, che potrebbe dipendere da un’unica scheda, Paolo Truzzu e Alessandra Todde hanno dimostrato di essere due candidati forti e credibili che hanno reso avvincente questa competizione elettorale come non accadeva da tempo. Affermo quindi nell’intervista rilasciata al collega Antonio Lai, che il risultato finale non si conoscerà in serata e poi comunque potrebbero esserci i ricorsi che in passato portarono a uno stravolgimento del Consiglio con cambio di cinque consiglieri. E la governabilità, mi chiede Antonio Lai, è garantita? Certo che sì, per via del “premio di maggioranza” che garantirà il vincente sia che sia Truzzu, sia che sia la Todde. Mi soffermo brevemente inoltre sul voto disgiunto e sulle circoscrizioni provinciali. Chiudo la prima intervista sollecitando una modifica della legge elettorale in senso proporzionale (senza sbarramenti) con un premio di maggioranza

Qui la seconda intervista: https://www.facebook.com/watch/?v=429142259538815 dove a una certa ora si chiude il collegamento ma non lo scrutinio che prevedo lungo e tirato per il valore dei due competitors Paolo Truzzu e Alessandra Todde.  

L’ATTESA E LE POLEMICHE

Come sappiamo, al giorno dopo restano ancora 19 sezioni che vengono scrutinate in Corte d’Appello. Il vantaggio di Todde, che era di circa 2500 voti, si riduce a circa 800 schede. Nel frattempo si susseguono le dichiarazioni di alcuni leader politici. Alessandra Todde afferma che gli elettori hanno usato “le matite contro i manganelli” a dimostrazione che la politica nazionale ha avuto un peso nel voto regionale. Il riferimento è ai fatti accaduti a Pisa dove dei poliziotti hanno inseguito e manganellato studenti liceali che manifestavano per dli sconsiderati attacchi israeliani alla popolazione civile di Gaza. Rispondono i parlamentari di Fratelli d’Italia, che hanno difeso le forze dell’ordine senza se e senza ma. Un ex vescovo si esprime maldestramente nei confronti di Bianca Berlinguer a proposito di violenze e ruolo delle forze dell’ordine. Tuttavia è indubbio che gli italiani si sono ricordati degli incresciosi fatti del G8 di Genova del 2001 quando Gianfranco Fini (Alleanza Nazionale) usò la mano pesante delle cosiddette “forze dell’ordine” non contro i black bloc ma contro giovani, vecchi e suore. La destra annuncia improbabili riconteggi. Solinas e Salvini vengono accusati di aver dato indicazioni di non votare Truzzu, cosa poi smentita, ma è indubbio che molti “santini elettorali” dei candidati del PSdAz e della Lega non riportavano l’indicazione di mettere una croce sul presidente. Da gran signore, Paolo Truzzu si accusa di essere l’unico responsabile della sconfitta, nel vano tentativo di liberare dall’imbarazzo i leader nazionali di coalizione che corrono già in Abruzzo per evitare il ripetersi della sconfitta elettorale anche in quella regione. Alla luce dei risultati finali, si andrà verso la proclamazione di Alessandra Todde, prima presidente donna della Regione Autonoma della Sardegna e prima presidente di regione in Italia del M5S (dello stesso partito che vide anni fa l’elezione della prima donna sarda Senatrice della Repubblica Italiana).

LE VIGNETTE E I MEME

La satira si sa, qualche volta ci va giù pesante. Si è visto di tutto. Dalla gru che trasloca l’ex presidente Solinas dal palazzo della Regione a chi lo raffigurava davanti a un cofano aperto mentre tenta di vendere forme di formaggio. Qui ho scelto le più simpatiche. Si prende in giro la lentezza dello spoglio (l’Organizzazione delle Nazioni Unite che chiede il rilascio degli scrutatori sardi), i sondaggi sballati o artefatti per indurre a votare un presidente invece di un altro (Lucia Chessa che ha raccolto l’1% viene dichiarata vincente), la relazione tra il voto e i manganelli, le perplessità del centrodestra perdente, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni che si lascia sfuggire la Sardegna e che risponde a Putin sulle bombe atomiche.   

RICORSO MA NON RICONTEGGIO

Potranno esserci ancora ricorsi mirati su schede contestate dai rappresentanti di lista nei seggi elettorali ma difficilmente il risultato sarà capovolto. Il riconteggio delle schede elettorali nei seggi è invece impossibile perché leggi e giurisprudenza non ammettono la revisione totale delle schede, proprio per evitare dei vuoti di potere. Le affermazioni di alcuni esponenti di centrodestra sono quindi infondate. Del resto qualcosa di simile successe alle elezioni comunali di Cagliari quando Francesca Ghirra, ora deputata Alleanza Verdi e Sinistra, non arrivò al ballottaggio con Paolo Truzzu per un pugno di voti. Sarebbe bastato contestare nei seggi le schede nulle per far aumentare il numero dei suffragi e andare al ballottaggio e poi, chissà, forse avrebbe potuto diventare sindaca la Ghirra.

Ad ogni modo, complimenti a tutti e auguri di buon lavoro agli eletti.

Autore

2024-03-07