GIORNALISMO: LIBERTÀ DI ESPRESSIONE E CREATIVITÀ

Si parla di uno dei principi fondanti di ogni democrazia degna di questo nome: la libertà di espressione, formalmente sancita dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani nel 1948. Eppure, a livello giornalistico, nel 2023 siamo ancora qui a dibatterne. L’Ordine dei giornalisti, riunitosi, ha voluto affrontare l’argomento in questione con molta attenzione e ha valutato con esito positivo una nuova proposta di regolamento chiamata Media Freedom Act. L’Ordine è intervenuto dapprima al “pubblic debate” che consiste nella fase antecedente il varo della proposta di regolamento; in un secondo momento l’Ordine è stato audito sia dalla Commissione Politiche Europee del Senato della Repubblica, sia dal tavolo di consultazione promosso dalla presidenza del Consiglio dei Ministri. Si ritiene fondamentale che viga un’impostazione completamente unitaria delle legislazioni nazionali per garantire, il già citato, principio di libera espressione. Tutto questo volge lo sguardo al rispetto della libera espressione personale, del pluralismo e dell’informazione stessa. Il Media Freedom Act si riferisce più e più volte ai giornalisti come “professionisti dell’informazione”, un’informazione di qualità. È importante specificare che -secondo i testi che integrano il Media Freedom Act- i cittadini d’Europa hanno più fiducia nell’informazione proveniente, ad esempio, dalle testate giornalistiche o dalle TV, che non in quella proveniente dai social o, più in generale, dal web. Tornando al Media Freedom Act, è necessario dire che esso sancisce l’autonomia e l’indipendenza dei giornalisti come condizioni essenziali ed indispensabili per garantire un’informazione limpida; afferma anche, come aspetti essenziali, il rispetto della diversità di opinioni e l’assenza di ogni tipo di discriminazione nelle narrazioni giornalistiche. Ma il MFA si concentra anche sulla libertà che deve essere garantita, a livello europeo, alle imprese editoriali nel mercato interno d’Europa: si vuole esprimere più volte il concetto di “indipendenza editoriale” e la sua tutela. A questo punto dunque cosa sarebbe utile? Sicuramente definire il profilo del giornalista e delle sue garanzie mediante le leggi degli Stati, lasciando alla categoria la libertà di autogovernarsi attraverso organi come, per l’appunto, l’Ordine dei Giornalisti italiano. Purtroppo, però, anche la situazione in Italia ha delle pecche: l’Ordine deve ancora fare i conti con procedure obsolete ferme alla legge del 1963. Tornando nuovamente al Media Freedom Act, è importante parlare dell’articolo 4 che sancisce il divieto di uso di spyware nei confronti dei giornalisti e degli esponenti delle imprese di editoria: questo è un punto molto sensibile, dato che viene preso in considerazione, citando il testo, “caso per caso per motivi di sicurezza nazionale…o di gravi reati”. Perché sensibile? Perché lascia varchi all’azione di spionaggio contro i giornalisti: è necessario che la formulazione di questo principio sia meno ampia e meno relativa. Lo stesso discorso si può fare parlando delle aggressioni, delle minacce e delle azioni giudiziarie intimidatorie ai danni dei giornalisti, le cosiddette SLAPP, ovvero le azioni legali strategiche tese a bloccare la partecipazione pubblica. L’articolo successivo, il 5, definisce delle prescrizioni per i fornitori di media per i servizi pubblici, come, ad esempio, la necessità di governance autonome e distaccate dai rispettivi ordini governativi. L’Ordine ha rimarcato più volte, anche in sede parlamentare, l’importanza del servizio pubblico radiotelevisivo e il principio, sopra citato, di governance autonoma. Anche i media vengono tirati in ballo in questo importante dibattito: le azioni verso le grandi piattaforme web, che hanno come obiettivo la trasparenza, sono ritenute utili dall’Ordine. Nonostante la proposta MFA sottolinei più di una volta il ruolo dei giornalisti come attori principali dell’elaborazione di contenuti per i media, continua a non essere prevista una loro rappresentanza nella fase operativa del futuro regolamento europeo. A proposito, il Capo III della proposta prevede l’istituzione del Comitato Europeo per i servizi dei media, che sostituirebbe l’attuale Coordinamento delle Autorità europee per le comunicazioni. Per concludere a riguardo della questione, si può dire che l’Ordine dei giornalisti ritenga interessanti le proposte europee, soprattutto quando si parla di tutela della libertà di stampa e della agibilità dei giornalisti di fronte ai recentissimi scenari della comunicazione digitale. A proposito di realtà recenti, durante il secondo talk promosso dal consiglio nazionale dell’Ordine dei Giornalisti con Roberto Sommella, si è dibattuto molto del ruolo dell’intelligenza artificiale all’interno del mondo giornalistico; presenti anche molti studenti dei master in giornalismo dell’università Luiss, della Lumsa e dell’Università La Sapienza. Durante l’incontro si è parlato del ruolo dell’intelligenza artificiale rispetto alla creatività umana e all’attendibilità e qualità dell’informazione. Roberto Sommella si è detto ottimista a riguardo, purché si tengano sempre in considerazione e in primo piano la creatività e le capacità di lettura e e di espressione, caratteristiche che nessun algoritmo può riprodurre. Numerose le domande degli aspiranti giornalisti a riguardo. Da tutto ciò si possono evincere tre principi fondamentali che definiscono un buon giornalismo: libertà, autonomia e creatività.

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2023-06-27

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