I federalisti discutono sul futuro dell’Italia e dell’Europa

Lunedì 8 Agosto si è svolto a Cagliari l’incontro della sezione di Cagliari del Movimento Federalista Europeo in cui si è analizzato l’imminente futuro del nostro paese e non solo. 

In un periodo come quello attuale in cui l’Europa sta affrontando problematiche di seria criticità, tra la guerra in Ucraina che non accenna a trovare una soluzione diplomatica e la crisi energetica che l’inasprirsi dei rapporti con la Russia ha comportato, l’Italia si ritrova a confrontarsi anche con le elezioni anticipate il 25 settembre in seguito alla caduta del governo Draghi e, di conseguenza, una campagna elettorale molto frettolosa che rischia di creare non poca confusione tra gli elettori. Davanti alla prospettiva di un prossimo governo di stampo nazionalista che potrebbe portare un irrigidimento non indifferente dei rapporti tra il nostro paese e l’Unione Europea, si è svolto a Cagliari, nella sede dell’ACLI provinciale in Viale Marconi, un interessante incontro aperto al pubblico tra alcuni dei più importanti esponenti del Movimento Federalista Europeo (MFE) nel quale si è discusso di quelli che sono gli scenari possibili che si andranno a creare dopo le elezioni ma anche di ciò che ha comportato il governo Draghi per quanto concerne il rapporto con l’Europa e il ruolo che ha assunto l’Italia nelle questioni internazionali più importanti del momento. 

L’incontro è stato introdotto e moderato da Vincenzo Di Dino, segretario cittadino MFE Cagliari, e ha visto la gradita partecipazione di alcuni dei rappresentanti del MFE che, seppur con delle leggere differenze nel giudizio dell’operato del premier uscente, hanno tutti espresso la fondamentale importanza per l’Italia di mantenere saldo e costante il legame con il Parlamento Europeo e per l’Europa di difendere i valori e i principi di pace, multilateralismo e cooperazione tra i paesi liberi. Tutto ciò è possibile soltanto attraverso la creazione di un’Europa che sia sovrana e democratica e, perché questo possa essere realizzato, è essenziale che la democrazia non sia circoscritta ai confini di una nazione ma comprenda in egual modo tutti i (per ora) ventisette stati membri. 

Il primo a parlare è stato Roberto Castaldi, presidente MFE Toscana e direttore Euractiv Italia, il quale ha tenuto a sottolineare come il risultato delle prossime elezioni sia di fatto ancora tutto da scrivere, sia per via della poca convinzione del popolo votante e sia per il forte astensionismo che colpisce in particolare le fasce più giovani e i disillusi dalla politica. La crisi attuale, sostiene Castaldi, richiede una risposta europea che riguardi la crisi energetica, la fiscalità e la difesa a cui deve contribuire in modo significativo anche l’Italia poiché è fondamentale capire che senza Europa non si va da nessuna parte e il compito che si devono porre i federalisti è mettere in evidenza questa necessità anche per rilanciare il paese in modo effettivo. Votare i nazionalisti e mandarli al governo significherebbe mettere degli ostacoli alle riforme necessarie e ciò comporterebbe delle difficoltà nell’utilizzo dei soldi che ci sono già stati promessi dall’UE. Per evitare ciò sarà importante anche “convertire i barbari”, ovvero gli euroscettici, verso una filosofia “pro UE”. 

Il secondo intervento è stato quello di Anna Costa, componente del comitato federale MFE, la quale sostiene che sia importante far capire alle persone da cosa deriva la crisi internazionale che ha portato alla guerra in Ucraina. Inoltre, sul piano della politica nazionale, si è espressa in modo positivo verso l’operato di Mario Draghi che in passato aveva espressamente parlato di federalismo e con lui al governo fino alla fine del mandato naturale sarebbe stato possibile fare dei passi significativi verso un’Europa migliore che adesso rischiano di essere fermati da una prospettiva nazionalista che vuole chiudere al più presto nel dimenticatoio il modello Draghi e le riforme energetiche e finanziarie che ne conseguivano.  

Successivamente prende la parola Gianni Marilotti, senatore e presidente della Commissione per la biblioteca e per l’archivio storico, che non risparmia critiche verso un’Europa che di certo non è quella che auspicava tanti anni fa. La condizione attuale, spiega, è rappresentata da una democrazia applicata malamente non solo nel nostro continente ma anche oltre l’oceano negli Stati Uniti. Ma nonostante gli innegabili aspetti negativi, è comunque necessario continuare a difendere i valori democratici e lavorare per la costruzione di una politica estera efficace da anteporre perfino alla fiscalità. Inoltre, a differenza di quanto detto da Costa precedentemente, Marilotti non è d’accordo sulla “santificazione” fatta nelle ultime settimane nei confronti di Draghi in quanto sostiene sia lui stesso il principale responsabile della caduta del governo in quanto non ha tenuto conto dell’evoluzione naturale del Movimento 5 Stelle che, partendo da posizioni estremamente critiche nei confronti dell’UE, è progressivamente diventato europeista e li ha attaccati in modo pressoché umiliante e la stessa cosa è stata poi fatta anche nei confronti della Lega che, di conseguenza, non gli ha dato la fiducia. L’ultima critica che rivolge all’ormai ex premier viene fatta anche sulla dichiarazione riguardante i soldi del PNRR che secondo Draghi devono essere spesi “bene e in fretta” ma secondo il senatore le due cose non possono essere fatte contemporaneamente ma bisogna scegliere chiaramente in che modo usare quei soldi che ci sono stati promessi.

L’ultimo intervento è stato quello di Franco Spoltore, componente della direzione nazionale MFE, che sostanzialmente condivide quanto detto dai sui colleghi sulla necessità per l’Italia di mantenere forte e costante il legame con l’Europa ma aggiunge anche due interessanti osservazioni: la prima riguarda i 200 miliardi di euro che dovrebbero arrivare all’Italia dall’UE ma sui quali si scateneranno degli inevitabili interessi ed è importante in tale prospettiva non ignorare le scadenze poste dal Parlamento Europeo e, da questo punto di vista, i federalisti possono costituire uno stimolo e, soprattutto, una presa di coscienza verso le prospettive di crescita dell’UE. La seconda osservazione è invece relativa al problema dei rapporti ormai deteriorati con la Russia che lui definisce “strutturale” in quanto è ormai evidente che la nazione di Putin sta cercando disperatamente mezzi per sopravvivere e, non riuscendoci con mezzi di natura diplomatica, ha preferito usare quelli militari per nascondere agli occhi del mondo il fatto di essere ormai diventata una “potenza di serie C”.

L’incontro si è poi concluso con interventi da parte del pubblico e con delle brevi osservazioni finali da parte dei partecipanti. 

La diretta dell’incontro è disponibile integralmente su Facebook al seguente link: https://www.facebook.com/watch/live/?ref=watch_permalink&v=474763704075038

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2022-08-12

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