Cagliari per l’arte contemporanea: spiragli verso un futuro migliore?

Cagliari per l’arte contemporanea: spiragli verso un futuro migliore?

Ultimamente, forse complice la recente sconfitta contro Matera nella corsa al titolo di “Capitale Europea della Cultura”, o forse per la susseguente nomina a Capitale Italiana del medesimo ambito, nomina che se vogliamo è passata un po’ in sordina e dalla quale ci si aspettava sicuramente qualcosa di meglio, nell’hinterland cagliaritano pare prendere forza un rinnovato interesse verso l’arte contemporanea.

Trattasi di più “scintille” che, nella notte dell’arte di una Regione periferica d’un Paese periferico (l’Italia non è da tempo vettura di testa in ambito culturale, i recenti dati parlano chiarissimo, con il nostro Paese che investe solamente l’1,4% del PIL a fronte di una percentuale europea del 2,1%), lasciano forse ben sperare per una quantomeno minima ripresa.

In primo luogo si sta assistendo ad un proliferare insolito di mostre d’arte: dalle consuete temporanee allestite presso noti spazi espositivi e con alle spalle le istituzioni e il mondo accademico, alle più neglette collettive che pur con tanta improvvisazione, stanno ravvivando la scena artistica dell’area e dando la possibilità a tanti d’avvicinarsi ad un mondo troppo spesso ritenuto di nicchia.

A questo clima propositivo fa sicuramente eco la scelta di Cagliari come sede di due importanti centri che promettono di ritagliarsi un ruolo trainante nel panorama artistico cittadino e che son già stati al centro di interessanti riflessioni e polemiche.

In primo luogo la scuola del noto artista Pastorello, il quale un mese fa rilasciava una pungente intervista che, se da un lato pareva un ingegnoso strumento pubblicitario per la prossima apertura della scuola stessa, dall’altra sparava a zero su un’istituzione cardine dell’arte in Sardegna come l’Accademia di Sassari. Accuse pesanti e aventi origine in una città che manca di una simile istituzione, parole che hanno avuto però il positivo effetto di scatenare una profonda riflessione sull’attualità dell’arte sarda. E’ questa l’ennesima riprova di come il nostro sia un territorio che mette in scena fin troppe faide su faide, ma è perlomeno possibile sperare che la scuola mantenga le promesse fatte in “campagna promozionale” e che di contro l’Accademia faccia di tutto per controbattere alle accuse formulate da Pastorello.

Secondariamente, il centralissimo e promosso su larga scala (con tanto di mega manifesto nel largo Carlo Felice e articoli su Artribune), museo d’arte contemporanea, denominato MAC: con alle spalle la Fondazione Scano Lecca, occuperà gli spazi del Chiostro di San Francesco in via Mameli.
La nascita di tale museo porterà sicuramente una ventata d’ossigeno alla depressa situazione artistica cagliaritana, ma sono tante le voci che hanno espresso le loro perplessità. Infatti viene da domandarsi quanto un museo con alle spalle una fondazione privata possa curare l’interesse pubblico e quanto invece quello privato; inoltre sorge spontaneo chiedersi quale possa essere la collezione permanente del museo, con chi dice che verrà privilegiato il recente passato artistico della Sardegna (magari con copie e riferimenti alla collocazione degli originali) e chi invece spera in una valorizzazione effettiva degli artisti emergenti.

Insomma, qualcosa bolle in pentola e siamo ansiosi di capire che gusto avrà, al termine della cottura, questo stufato. Nel frattempo notiamo con assoluto dispiace come una realtà come Bologna stia di anno in anno facendo crescere un’istituzione come Artefiera. A Cagliari, nel frattempo, la fiera chiuderà. Così, tanto per precisare…

Autore

2016-04-16

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2016-04-16

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